“Premesso che più della metà dei lavoratori siciliani posti in cassa integrazione in deroga ancora non ha ricevuto alcuna indennità dopo tre mesi di fermo produttivo, da lunedì prossimo circa la metà dell’intera platea corre il rischio di restare senza alcuna forma di reddito fino al prossimo mese di settembre”.

Lo denuncia Antonino Alessi, presidente dei Consulenti del lavoro di Palermo, che spiega: “La Cig in deroga finanziata dal ‘Cura Italia’ ha coperto un primo periodo di nove settimane, per alcuni da febbraio a fine aprile; ma il successivo periodo di cinque settimane previsto dal Dl ‘Rilancio’, che deve ancora essere richiesto dalle imprese all’Inps, coprirebbe comunque fino a fine maggio. Il prossimo periodo di Cig in deroga di quattro settimane previsto dal governo, per la maggior parte dei settori, potrà essere fruito solo tra settembre e ottobre, sempre che sarà trovata la copertura finanziaria. Da lunedì prossimo 1 giugno, quindi, e per tutta la durata dell’estate ci sarà un ‘buco’ non coperto da alcuna indennità”.

“Questo significa – osserva Alessi – che tutte le piccole attività economiche più colpite dalle misure di protezione sanitaria e per le quali la ripartenza sarà molto più lenta – dai bar e ristoranti al commercio non alimentare fino agli artigiani – bene che vada potranno reimmettere in servizio non oltre il 50% della propria forza lavoro.
Ma non potendo ancora licenziare (percorso che consentirebbe ai soggetti coinvolti di usufruire della Naspi), tali imprese saranno costrette a mantenere in organico questo personale in esubero, però a casa e senza retribuzione”.

“Infatti, queste aziende – sottolinea Antonino Alessi – , che già hanno pagato il salatissimo conto economico del ‘lockdown’ e si sono indebitate – almeno quelle che ci sono riuscite – solo per potere fare fronte a bollette, affitti, precedenti forniture e le scadenze di giugno, non potranno permettersi anche di pagare a vuoto il resto dei lavoratori mantenuti a casa e non potranno fare altro che porli in permesso non retribuito o dichiararli assenti, con il rischio di dovere pure sostenere l’onere contributivo”.

“Di conseguenza – analizza il presidente dei Consulenti del lavoro di Palermo – se in fase di conversione in legge del Dl ‘Rilancio’ non sarà inserito un ulteriore periodo di tre mesi di cassa integrazione in deroga, o comunque uno strumento di protezione sociale ed imprenditoriale, per il periodo fra giugno e settembre, in Sicilia
decine di migliaia di lavoratori quest’estate non avranno accesso ad alcuna forma di reddito”.

“Le correzioni necessarie sono tante – aggiunge Alessi -. Una soluzione ci sarebbe, ed è la prevista ‘sovvenzione per il pagamento dei salari’ pari all’80% della retribuzione mensile lorda. Ma il Dl ‘Rilancio’ delega la gestione della misura alle Regioni. Con i tempi che abbiamo visto, per il carico di lavoro e la dislocazione degli operatori in smartworking, l’aiuto potrebbe arrivare verosimilmente a marzo 2021, per i fortunati imprenditori che potranno resistere finanziariamente fino ad allora. Ci vorrebbe invece un meccanismo automatico. Così come – conclude il presidente dei Consulenti del lavoro di Palermo – il testo del decreto, lungi dal semplificare, ridurre i tempi e rendere automatica la proroga della Cig in deroga, ripete, aggravandolo, l’errore di procedura del ‘Cura Italia’: le aziende che dovranno adesso chiedere la proroga saranno tenute nuovamente ad allegare l’informativa ai sindacati, che però doveva essere inviata entro tre giorni dalla ‘comunicazione preventiva’. Ma come si fa a comunicare preventivamente ai sindacati un periodo di cassa integrazione che è già avvenuto? Aiutateci ad aiutare”.

“La Regione ha concluso l’esame delle domande di Cassa Integrazione in Deroga”. Questo abbiamo appreso dagli organi di stampa, con notevole sorpresa avendo, purtroppo, la consapevolezza che non corrisponde al vero”. Esordisce così Guido Sciacca presidente di ANCL Catania, l’associazione che riunisce oltre cento colleghi della provincia etnea ed assiste il quaranta per cento delle aziende.

“Sulla piattaforma SILAV, quella utilizzata per la trasmissione delle domande, i consulenti e le aziende possono, ancora adesso verificare – continua Sciacca – che molte pratiche non siano ancora state lavorate. Non una o due, ma di un terzo abbondante di quelle 48.000 in carico al Dipartimento regionale. Pratiche che risultano ancora “Da Istruire” il che significa, nella migliore delle ipotesi, che sono state solo visionate. E c’è il dubbio anche su questo e non solo su questo: molte delle pratiche che risulterebbero approvate dalla Regione Siciliana giacciono nello stato “Da inviare all’Inps”. E va da sé che se sono “da inviare”, l’Inps non le ha ancora ricevute.

«Anche questo non è un dettaglio da poco. È utile ricordare che il Decreto Rilancio ha previsto la possibilità di prorogare la Cassa Integrazione affidando all’Inps la gestione delle domande. Ma è altrettanto chiaro che se l’Inps non riceve, dalle Regioni, lo sta bene per la prima tranche di competenza; è impossibile che l’ente previdenziale nazionale possa autorizzare la proroga.

«Tutto questo, in una situazione di crisi economica sempre più pesante, è inaccettabile. Permettere e promuovere la diffusione di notizie che giocano sulle aspettative e le speranze dei lavoratori siciliani è vergognoso, ma, ahimè – continua Sciacca – non sorprende. Si incanala perfettamente nella lunga serie di figuracce che hanno contraddistinto la Cassa Integrazione in Sicilia ai tempi del Coronavirus: dapprima la lentezza con cui si è aperto il canale per presentare le domande, poi le faq che escono 15 giorni dopo l’apertura dei termini; poi il software della Regione che non dialoga con quello dell’INPS e da ultimo questo spot, pro domo sua, con cui si annuncia che le pratiche sono state tutte evase. Se non ci fosse in ballo la vita economica di aziende, dipendenti e famiglie si potrebbe osare un’interpretazione ridicola, ma tutto questo è, purtroppo, offensivo anche per i consulenti del lavoro che io rappresento – conclude Guido Sciacca, presidente ANCL Catania – e che si stanno impegnando da mesi senza una guida e un indirizzo degno di questo nome da parte della Regione Siciliana.

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