Fabrizio Miccoli verso la galera. Riprendiamo e pubblichiamo il post di Stanislao Laudicina, giornalista e amico di Blogsicilia, sulla notizia più commentata della giornata anche sui social.  Chiunque ha espresso la propria opinione abbandonando per un giorno il covid, il green pass e quant’altro. Lo facciamo perchè condividiamo  questa posizione  e non saremmo stati in grado di farlo meglio. Buona lettura!

L’epilogo giudiziario della vicenda Miccoli

A giudicare da certi commenti alla vicenda di Fabrizio Miccoli, dovrebbero emendare il codice penale prevedendo una sorta di attenuante per i campioni e gli ex campioni di calcio, attenuando eventuali condanne nei loro confronti.

È una storia triste, per l’uomo e per il campione che tante volte mi ha fatto esultare sul campo da calcio. Ma non riesco a essere solidale con l’ex numero 10 del mio Palermo.

Cosa c’è da attenuare?

Il reato del quale è stato giudicato, con sentenza definitiva, responsabile è grave: estorsione aggravata dal metodo mafioso. C’è poco da discutere, anzi nulla. Miccoli non è mafioso, non è un delinquente, non do giudizi morali, ma ha commesso un reato e deve scontare la pena comminata dalla legge e inflitta dai giudici. Stop.
Frequentava il figlio di un mafioso, al quale chiese di intervenire per recuperare un credito, per conto di un’altra persona. Miccoli ha detto di non sapere della parentela del suo amico Mauro Lauricella col boss della Kalsa, ma con quello si intratteneva insultando la memoria del giudice Falcone e non una volta soltanto, che potrebbe essere stata una, come dire?, “leggerezza” dettata da ignoranza. Non è palermitano e, magari, non comprende il valore del sacrificio del giudice e della memoria del suo impegno contro la mafia né, forse, quello che di orribile, sanguinario e degradante è stata ed è la mafia per la città di Palermo. Tutto può essere. Ma, per i giudici, (scrive Live Sicilia, riportando le motivazioni della condanna) Miccoli era ed è colpevole per i suoi rapporti “con soggetti gravitanti nel mondo criminale mafioso del capoluogo siciliano” di cui aveva “mutuato linguaggio e atteggiamenti”.

È chiaro, adesso?

Certamente fa male, come ogni volta che un idolo cade nella polvere, come ogni volta che un ricordo esaltante svanisce nella delusione di una realtà avvilente.
Ma l’uomo Miccoli non si è dimostrato all’altezza del campione Miccoli, anzi ne ha macchiato, forse in modo indelebile, la gloria conquistata sul campo. Per questo reputai sbagliato, e lo scrissi, l’invito fattogli dalla nuova società del Palermo per festeggiare la rinascita del club dopo il fallimento, tre anni fa. L’uomo sconterà la sua pena, come è giusto che sia, e potrà ricominciare, come chiunque sbaglia e paga il suo debito, riconquistando la dignità perduta.
La mafia è merda, i mafiosi sono delle merde e, fatalmente, standogli vicini ci si sporca, c’è poco da fare.

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