Furono accusati e condannati a 18 anni di carcere e un milione di euro di multa per avere ucciso i compagni di viaggio perché si rifiutavano di pregare Allah durante la traversata del Mediterraneo verso le coste siciliane: oggi la corte d’assise d’appello ha ribaltato il verdetto assolvendo Mohamed Kantina, Morizio Mouri e Kabine Konate.

Confermata, invece, la condanna a 18 anni per Ousman Camara, Kulibali Uma e Hamed Doumbia – anche loro rispondevano di omicidio – e la pena di 4 anni per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina comminata allo scafista del gommone Seckou Diop.

Il processo nasceva dal racconto di alcuni migranti soccorsi a largo della Libia ad aprile del 2015. Sbarcati a Palermo vennero interrogati dalla Squadra Mobile e raccontarono che, durante il viaggio in mare, alcuni nigeriani e ghanesi, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani, da una quindicina di altri “passeggeri”, musulmani. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all’azione gettando in acqua dodici persone. Gli imputati, accusati di omicidio plurimo aggravato, sono ivoriani, senegalesi e maliani. I legali degli imputati hanno sostenuto che i migranti sarebbero morti annegati perchè il gommone su cui viaggiavano avrebbe cominciato a imbarcare acqua e sarebbero caduti in mare. I tre africani assolti sono stati scarcerati.