“Che le politiche adottate dal Governo rispetto agli atenei del Sud abbiano l’obiettivo di “staccare la spina”, abbandonando molte università al loro destino, è un fatto visibile di cui non soltanto noi ci siamo resi conto da tempo. Un orientamento, quello dell’esecutivo, confermato anche nella risposta data ieri a una nostra interrogazione, con la quale chiedevamo di adottare interventi specifici per evitare una eccessiva differenziazione qualitativa tra gli atenei italiani. A tale scopo, abbiamo indicato l’opportunità di prendere in considerazione, nell’assegnazione delle risorse, anche il criterio del contesto socio economico in cui operano le università del meridione”.

Lo affermano i deputati M5S in commissione Cultura commentando la risposta del Miur all’interrogazione a prima firma Gianluca Vacca.

“La risposta del Ministero è stata del tutto insoddisfacente. Nessun correttivo è all’orizzonte. Ribadiamo che il finanziamento nei confronti degli atenei italiani è certamente insufficiente e che il sistema stesso di assegnazione delle risorse – la quota premiale di finanziamento ordinario – è punitivo nei confronti di quegli atenei che già sono in difficoltà. A nostro avviso, invece, il paradigma andrebbe invertito: quelle realtà che vivono situazioni critiche dovrebbero ricevere finanziamenti adeguati ed essere supportati per risollevarsi e crescere qualitativamente. Sopratutto, la quota premiale non dovrebbe essere una componente del finanziamento ordinario perché questo meccanismo mette in moto un’insana competizione tra le università. Se davvero il Miur volesse sostenere e promuovere il sistema universitario, la quota premiale dovrebbe essere soltanto aggiuntiva rispetto a quella base.

Va infine sottolineato come il sistema universitario italiano sia spesso composto da atenei di medio livello che, però, al proprio interno presentano settori-dipartimenti di eccellenza. Alla luce di questa realtà, sarebbe dunque indispensabile rimodulare il finanziamento alle università anche per valorizzare in modo mirato tali eccellenze e non farle rallentare, morire o migrare verso altre sedi, solo perché soffocate dalle difficoltà che vive l’ateneo di appartenenza”.

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