Contro la riforma Cartabia che “aggraverà i problemi della giustizia anziché risolverli”; contro il Pnrr che “crea precariato e dimentica i lavoratori in servizio”; contro le politiche del ministero della Giustizia che “mortificano chi da anni consente di garantire i servizi nonostante difficoltà e problemi”. Il sindacato Confsal-Unsa, la principale organizzazione dei lavoratori del ministero della Giustizia, ha indetto per domani, giovedì 30 settembre, manifestazioni in tutta Italia per protestare contro la situazione degli uffici giudiziari lasciati alla deriva. Assemblea anche a Palermo. Riguardo proprio al Pnrr la sigla sindacale lamenta lo stanziamento di 2 miliardi e 300 milioni di euro per rilanciare la macchina della giustizia, ma zero euro sono previsti per il suo personale.

Le tappe

A Roma il sindacato sarà in piazza Montecitorio, mentre a Palermo si terrà un’assemblea sindacale dalle 11.30 alle 14.30 per tutti i lavoratori degli uffici giudiziari della città: corte d’appello, procura generale, tribunale, procura, tribunale per i minorenni, procura per i minorenni, tribunale di sorveglianza, giudice di pace e Unep, l’ufficio notifiche, esecuzione e protesti.

Assemblea palermitana in “doppia forma”

Date le normative anti-Covid sul distanziamento, l’assemblea sindacale a Palermo si terrà in una doppia forma: in presenza presso le aule della seconda sezione civile della corte d’appello, nel rispetto del limite massimo di partecipanti, e telematicamente così da offrire a tutti i lavoratori la possibilità di partecipare al momento di confronto. “Confsal-Unsa è l’unico sindacato a manifestare in difesa dei lavoratori – spiega la segreteria provinciale del sindacato -. Il mondo della giustizia italiana ha bisogno di investimenti, risorse e veri posti di lavoro, non di nuovo precariato”.

Le rivendicazioni punto per punto

Queste le rivendicazioni del sindacato: blocco del salario accessorio del personale per il fondo risorse decentrate anno 2019, sottoscritto il 29 luglio 2020, ancora in sospeso a seguito di inconsistenti rilievi datati gennaio 2021 della funzione pubblica; mancata definizione dei “criteri di selezione del personale”, con conseguente blocco della pubblicazione dei bandi di progressione economica (3^ tornata) a beneficio dei lavoratori di tutti i dipartimenti (procedura già finanziata); mancata convocazione del tavolo negoziale sul fondo del personale anni 2020 e 2021, con conseguente blocco del salario accessorio; incompleta attuazione dell’accordo del 26 aprile 2017 (progressioni giuridiche, passaggi di area etc.); riforma della giustizia senza confronto con le parti sociali, fondata prevalentemente sull’ufficio per il processo e soprattutto con mere assunzioni di personale precario; sistema giudiziario, esecuzione penale e uffici Unep ormai al collasso.

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