E’ stato trovato riverso per terra con una corda attaccata al collo e una estremità legata ad una ringhiera. E’ mistero sulla morte di un cittadino del Bangladesh di 40 anni stato trovato senza vita in via Pietro Nenni, in un tratto chiusa al traffico.

A chiamare i soccorsi un vigilante della Ksm che stava controllando gli esercizi commerciali nella zona di via Ugo La Malfa. Sull’episodio indaga la squadra mobile. L’uomo non aveva documenti addosso ma stato identificato. Il pm di turno ha disposto l’autopsia all’istituto di medicina legale del Policlinico che sarà effettuata nei prossimi giorni.

Il bengalese morto lo scorso agosto in un maneggio

Non lontano da lì, l’estate scorsa, è stato rinvenuto un cadavere in un maneggio. Si trattava di uomo di 45 anni, anche lui concittadino del Bangladesh, trovato dagli impiegati della struttura equestre che sostenevano di non averlo mai visto prima.

La polizia avviò le indagini per chiarire le cause del decesso, ma dopo vari accertamenti non emerse nulla che potesse spingere gli investigatori verso l’ipotesi di un omicidio. Un altro bengalese di 45 anni  lo scorso 9 agosto era stato trovato morto in un maneggio di Cardillo, a Palermo.

Un tanga e un reggiseno vicino al cadavere

La morte dell’uomo è stata scoperta il 9 agosto in un maneggio di Cardillo. L’uomo era originario del Bangladesh ma viveva alla Vucciria da anni. La polizia lo ha ritrovato vicino un tanga e un reggiseno. Elementi che potrebbero aiutare ad arrivare all’ultima persona che lo ha visto e che lo avrebbe potuto aiutare salvare. Gli agenti del commissariato San Lorenzo stanno cercando di capire chi sia stata l’ultima persona ad aver visto l’uomo domenica notte.

Continuano le indagini

Le indagini dei poliziotti del commissariato San Lorenzo hanno imboccato la pista del giro della prostituzione. I gestori del maneggio Riders Club, accanto al residence Città giardino in viale Regione Siciliana, hanno trovato l’uomo senza vita in una stalla. Sul corpo non c’erano segni di violenza. Il suo motociclo era parcheggiato poco distante dal maneggio. Nessuno lo aveva mai visto prima in zona.

Le analisi delle videocamere

I poliziotti hanno ascoltato i familiari, le persone che vivevano con lui, per tracciare un quadro delle sue abitudini e delle sue frequentazioni. Di sicuro, viveva in città da anni e non aveva avuto problemi con la giustizia. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Anna Battaglia, dopo l’esito dell’autopsia d’ieri sembrano indirizzate nel classificare il decesso come dovuto a cause naturali. Ma i dubbi sono ancora tanti.

La polizia sta analizzando le telecamere di videosorveglianza piazzate nella zona.