Una giornata di assemblee in tutti gli stabilimenti siciliani che producono materie plastiche, il sistema imprenditoriale dell’Isola si mobilita contro la tassa sulla plastica inserita dal governo nella legge di Bilancio.
Una manifestazione di iniziativa imprenditoriale, quella di oggi. Sono stati proprio i titolari degli stabilimenti a indire gli incontri con tutti i dipendenti e collaboratori per affrontare in maniera corale il tema. Sicindustria – che ha già contestato aspramente la plastic tax – non nasconde preoccupazione per un provvedimento che ostacola la riconversione degli stabilimenti nell’ottica di una economia circolare .
La Sicilia conta una ventina di imprese con un fatturato complessivo di circa 700 milioni e 2.500 dipendenti. Se a questi numeri si aggiunge anche l’indotto, vengono superati abbondantemente il miliardo di euro di fatturato e i 4.000 dipendenti.
Oggi un chilogrammo di plastica ha un costo medio di 0,90 euro, al quale va aggiunto il valore medio del Contributo ambientale Conai di 0,33 euro al chilo, per un totale di 1,2 euro.
A questo andrebbe sommata la plastic tax del valore di un euro al chilo che farebbe lievitare del doppio il costo (2,20 euro), cui aggiungere l’Iva.
In altri termini, la tassazione determinerebbe un aumento del 110 per cento del costo per l’intera filiera della plastica. Le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica per un ammontare di 450 milioni di euro all’anno, dei quali 350 vengono versati ai Comuni per garantire la raccolta differenziata.
“Si tratta di una tassa – afferma Sergio Messina, componente del Consiglio Generale di Sicindustria – utile solo a fare cassa. Un balzello che va in direzione esattamente opposta alla svolta Green, quella vera. Quella cioè che vuole la riconversione degli stabilimenti, quella che segue un percorso di riciclo in imballaggi e di economia circolare e su cui i 3 atenei siciliani sono già da tempo impegnati nella ricerca”.
La plastica è un prodotto riciclabile e può essere riutilizzato economicamente su varie applicazioni.
Italia e Germania che sono i più importanti produttori in Europa nel settore materie plastiche, sono anche quelli che riciclano e riutilizzano di più in assoluto.
Secondo la Federazione Gomma Plastica già oggi il 15% della plastica utilizzata proviene da economia circolare.
Con un adeguato supporto da parte del Governo, l’industria è in grado di raddoppiare questa quota entro il 2030.
L’approvazione del provvedimento attualmente concepito rischia di creare massacrare un intero settore economico e paralizzare tutti gli investimenti in ricerca e sviluppo.
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