Undici morti bianche in Sicilia e un balzo in avanti delle denunce di malattie professionali di oltre il 30 per cento. Da 298 del primo trimestre 2022 a 389 nello stesso periodo di quest’anno. Un dato che allarma Cgil, Cisl e Uil che sono tornati a mettere nero su bianco le preoccupazioni del mondo del lavoro in una lettera inviata oggi al presidente della Regione Schifani e agli assessori regionali, delle politiche sociali Nuccia Albano e alla Salute, Giovanna Volo. A firmarla per le tre segreterie regionali, Francesco Lucchesi della Cgil, Rosanna Laplaca della Cisl e Ignazio Baudo della Uil. I sindacati chiedono al governo un “incontro urgente” sul tema. Non una zoommata episodica, puntualizzano.
Confronto “strutturale”
Serve infatti “rendere strutturale il confronto” con tutte le parti interessate, per un “ripensamento radicale delle azioni messe in campo” fin qui. Tanto più, se si pensa che l’intero 2022 ha totalizzato ben cinquanta morti sul lavoro. E quest’anno le premesse, purtroppo, non sembrano da meno. Così Cgil, Cisl e Uil tornano a sollecitare “il superamento delle criticità emerse” riguardo all’attuazione del protocollo firmato nell’agosto scorso tra Regione e ispettorato nazionale del Lavoro. Documento siglato per il contrasto all’illegalità nei luoghi in cui si presta nell’Isola qualunque attività professionale.
Servono più ispettori
Obiettivo, puntualizzano i sindacati, è soddisfare il fabbisogno stimato a suo tempo dallo stesso assessorato del Lavoro. Si parla di 256 ispettori necessari. Sono poco più di sessanta, al momento, quelli in attività. Per questo Cgil Cisl e Uil si rivolgono direttamente a Schifani: “Prendiamo atto positivamente – scrivono – della palesata volontà del presidente della Regione Siciliana, di ricercare soluzioni atte a incrementare il risicato numero degli ispettori. Ma servono azioni a monte che rendano permanenti le politiche di contrasto. E soprattutto sono urgenti “un ripensamento radicale” delle politiche in materia. Ma anche una strategia condivisa con i sindacati e il mondo delle imprese. E “un percorso di partnership anche con gli enti bilaterali e/o con gli organismi paritetici di settore”.
La proposta
Cgil, Cisl e Uil propongono inoltre l’istituzione di un coordinamento permanente in seno all’osservatorio regionale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E suggeriscono che si riunisca “almeno con cadenza bimestrale”. “Prevenzione, formazione e informazione” così come ogni attività di presidio e vigilanza, sottolineano quindi, “non rappresentano meri costi”. Sono semmai un investimento i cui vantaggi ricadono sull’economia e sulla società attraverso luoghi di lavoro più salubri e sicuri che rendono pure più alta la produttività.
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