Sul fronte delle morti bianche inizio di anno non tragico per la Sicilia. Il bilancio è di un morto sul lavoro nell’isola. Dati sicuramente più confortanti, quelli forniti dall’Inail ed elaborati dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering. Lo scorso anno, nello stesso mese, erano stati ben 4 i decessi avvenuti, tanto che la Sicilia si trovava al secondo posto tra le regioni, mentre nel 2023 l’Isola è scesa all’undicesimo posto. Come si usava fare nel periodo dell’emergenza sanitaria, la regione è passata da rossa a bianca. Un segno di speranza, anche se, proprio in virtù dell’unica morte avvenuta, la provincia di Palermo si trova nella cosiddetta zona rossa.

I colori delle regioni

Per semplificare il concetto e la rappresentazione, infatti, l’osservatorio Vega Engineering utilizza la nomenclatura istituita nel periodo dell’emergenza sanitaria. Quindi quando i territori venivano distinti in rossi, arancioni, gialli e bianchi. Nel 2022, i territori rossi con alto numero di morti bianche erano Siracusa, Ragusa e Catania. A livello nazionale, la provincia peggiore è quella di Cremona, con 3 decessi in soli 30 giorni; in generale, la penisola segna una redistribuzione dei decessi: sono solo 5 le regioni rosse, il Piemonte, la Lombardia, le Marche, l’Umbria e la Puglia. In arancione solo la Sardegna. Gialle la Toscana, il Veneto e la Campania.

Il totale in Italia

In termini numerici, invece, il totale per gennaio 2023 è stato di 34 morti bianche, contro le 33 del 2022. Se si guarda al comparto economico, ben 16 decessi riguardano settori non determinati, mentre 5 sono stati registrati nel trasporto e magazzinaggio. Due, rispettivamente, nelle costruzioni, il noleggio, le agenzie di viaggio, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, e ancora le attività di gestione dei rifiuti e risanamento e l’amministrazione pubblica. Un solo decesso, invece, è stato registrato nelle attività manifatturiere, nei servizi di informazione e comunicazione e l’estrazione di minerali di cave e miniere.

Il genere

Se si guarda al genere, niente morti bianche fra le donne, mentre in 26 casi si è trattato di italiani contro 8 stranieri. Il dato è molto significativo: l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 3,5 morti ogni milione di occupati, contro l’1,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

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