Volley: la chiamavano Zeropoint

  • Orazio Giambona e Dario Miceli giocavano in quel team
  • La squadra riuscì nell’impresa di perdere tutte le partite della stagione regolare di C1 di Volley nel 1982

Questa è la storia della Zeropoint, una squadra di pallavolo che si fermò sempre a un millimetro dalla vittoria.

Questa è la storia di Orazio, Dario e di tanti altri giovani e meno giovani “Leoni” del leggendario team chiamato con un pizzico di perfidia proprio Zeropoint. Questa l’ingiuria subita da quella sporca dozzina, ingiuria subita e conquistata per essere riusciti nell’impresa di concludere a zero punti la regular season del campionato di serie qualche cosa degli anni ottanta e poco più.

Zeropoint, una storia in memoria di Orazio Giambona e Dario Miceli

E’ un racconto da compilare oggi, in memoria di Orazio Giambona, uno dei suoi componenti. La notte scorsa Orazio è stato strappato alla vita dal “male” del secolo. Orazio, da uomo elegante e intelligente com’era, dovendo accettare la fine dei suoi giorni, l’ha fatto senza finire nel contatore della pandemia. Un motivo in più a ricordarci che oltre al Covid ci sono cerotti da mettere ovunque e malati da curare.

Orazio aveva tecnica da vendere e grande intelligenza tattica. Di quella squadra era cerniera indispensabile, l’ancora a cui aggrapparsi, l’uomo da mettere in campo quando al posto della furia agonistica serviva schierare sì muscoli, ma soprattutto fosforo. Era fondamentale, quindi, per quelle ragioni che vanno oltre la logica sportiva, nei momenti in cui i coach s’appellano alla sfera del sentimento e del carattere.

Che cos’era la Zeropoint?  Nei primi anni ottanta si tentò di mettere insieme le migliori risorse dei vivai palermitani per costruire, tassello su tassello, una squadra che dalla serie C avrebbe puntato dritto ai campionati maggiori. A dire il vero, al progetto – pensato da Mimmo Bignardelli (il timone poi passò nella mani di suo figlio, Fabrizio Bignardelli)-  almeno inizialmente, mancarono alcuni pezzi: Sergio e Gaetano Russo, Giovanni Fasulo,  soltanto per citarne alcuni, senza far torto ai tanti, ma veramente tanti atleti che ai quei tempi avevano trasformato la pallavolo palermitana in una eccezionale congrega di amici, avversari, ma amici.

La Zeropoint era, a conti fatti, un branco di sedicenni un po’ scapestrati, affidati al guru della pallavolo palermitana, Fabio Rocca. La pietanza veniva arricchita da uomini d’esperienza. La stagione regolare fu un calvario. Zero punti raccolti, una serie infinita di sconfitte in giro per i campi di Sicilia e Sud Italia. Così nacque la leggenda della Zeropoint. Il gioco di parole fu semplice: bastò storpiare il nome dello sponsor. Eppure quei ragazzi non si persero mai d’animo. Affrontarono la stagione dei play out,  lo fecero finalmente con quella grinta che la denominazione sociale imponeva: erano pur sempre il Club Leoni.

Nonostante la salvezza raggiunta, l’anno successivo qualcosa, a dire il vero, cambiò. Alcuni atleti cambiarono maglia, ne arrivarono altri, più esperti. Col tempo, anni dopo, il Club Leoni arrivò in serie A2. Ma era cambiato tutto. Dario e Orazio non c’erano più. Dario era diventato giornalista professionista e scriveva per L’Ora.  Orazio, invece, non ebbe fortuna. Tocca aprire una parentesi cruenta. La carriera sportiva di Giambona,  come il suo ginocchio, si spezzò sul campo di allenamento. Le sue ultime partite di quella stagione,  le giocò in Cecoslovacchia, durante il ritiro prestagionale, al torneo di Visne Hagy. Al ritorno in Italia, durante una sessione all’aperto, cadde sotto rete. Il ginocchio aveva fatto crack. A quei tempi, un incidente del genere era quasi sempre una sentenza di condanna a morte per un giocatore di volley. Affrontò una serie di operazioni per tentare di mettere assieme i cocci della sua articolazione,  frantumatasi in mille pezzi sottorete. Ma non tornò mai più come prima.

In quella squadra, Orazio aveva stretto un rapporto particolare – per mille motivi che qui non è necessario spiegare – con Dario Miceli, il più giovane alzatore del team. Anche Dario non è più tra noi. Anche Dario, il volto della politica del Tg3 di Rai Sicilia,  è stato strappato alla vita troppo presto;  e dallo stesso male che ci ha soffiato via Orazio. Ora è il momento delle confessioni. Perché chi scrive,  ha avuto l’onore di militare nella Zeropoint. Con il cuore a pezzi, pensando a Orazio, a Dario, avrei voglia di chiedere a tutti i miei compagni di squadra di quel tempo meraviglioso,  di regalarci ancora un sogno:  proviamo a perdere insieme un’altra partita?  Perché noi siamo, in fondo, per sempre la Zeropoint.