Arrivano le prime reazioni politiche alla mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Nello Musumeci avanzata da Danilo Lo Giudice, del movimento ‘Sicilia Vera’ che fa capo a Cateno De Luca. Proposta di mozione arrivata stamani in conferenza stampa all’Assemblea Regionale Siciliana nella quale l’ormai ex sindaco di Messina (che si è dimesso ieri notte) ha ufficializzato la sua candidatura alla carica di governatore dell’Isola.

Di Paola (M5S): “Il M5S la rivoterebbe”

Tra i primi ad intervenire sulla questione è Nuccio Di Paola, parlamentare e capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle che sottolinea: “Una nuova mozione di sfiducia a Musumeci? Il M5S non potrebbe che votare a favore. Già in passato il M5S ha promosso e votato un atto del genere contro il presidente della Regione, che, a più riprese e praticamente in tutti i settori, ha confermato la sua inadeguatezza a rimanere a palazzo d’Orleans. Prima va a casa Musumeci, prima i siciliani cominceranno a respirare”.

Barbagallo (Pd): “Preferiamo batterlo sul campo”

“Il Partito Democratico vuole battere Musumeci sul campo, in campagna elettorale e senza manovre di palazzo. Speriamo che si ricandidi per sconfiggerlo con i voti dei siciliani. Detto questo, a scanso di equivoci, quando e se una mozione di sfiducia dovesse approdare in Aula certamente il Pd voterà a favore”. Lo dichiara il deputato e segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.

La mozione di sfiducia

“Dopo 4 anni anni Musumeci consegna una Sicilia peggiore di quella che ci lasciò Crocetta – hanno spiegato De Luca e Lo Giudice – abbiamo presentato una mozione di sfiducia, dove abbiamo evidenziato alcune lacune di questo governo, solo alcune perché l’elenco sarebbe lunghissimo. Incontreremo tutti i gruppi parlamentari, se servirà fare delle modifiche che si facciano pure. Ma basta con Musumeci. Ci sono faide interne nel centrodestra che non consentono più di governare. C’è una condizione di assoluta instabilità, gli ultimi mesi serviranno solo per spartizione di torte e poltrone di sottogoverno”.