Nello Musumeci non si dimette anzi rilancia contro “i mezzucci di 7 – 8 deputati” e annuncia che come reazione, come primo atto, azzera la giunta.

Lo sgambetto che ha fatto infuriare il Presidente

A far infuriare Musumeci oggi pomeriggio è stato lo sgambetto dell’aula. All’Ars si votava per scegliere i tre ‘Grandi elettori’ che la Sicilia manderà a Roma dal 24 gennaio per partecipare alle votazioni per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Per la Sicilia sono stati scelti Gianfranco Miccichè di Forza Italia, Nunzio Di Paola del M5s e Nello Musumeci (Db), giunto terzo, i tre grandi elettori che voteranno per il Capo dello Stato.

Il conteggio delle preferenze

I votanti sono stati 67, tre i deputati (tutti del centrodestra) in congedo. Il più votato è stato Miccichè, 44 preferenze. A seguire Nunzio Di Paola (32), che ha ricevuto più voti rispetto al numero dei parlamentari dell’opposizione che ieri avevano concordato di convergere sul capogruppo pentastellato. Il governatore Musumeci è giunto terzo con 29 voti, ‘tradito’ dunque da alcuni franchi tiratori della maggioranza, avendo avuto meno preferenze rispetto al numero complessivo degli onorevoli di centrodestra. Ogni deputato ha espresso due preferenze, molti i voti singoli a Miccichè e Di Paola.

I franchi tiratori

Si è parlato di 15 franchi tiratori ma il governatore ne conta 7-8 e ritiene di averli identificati. Parla di deputati con i quali non ha mai voluto avere a che fare per questioni di agibilità o di deputati che gli hanno chiesto cose improponibili “Possono pensare questo deputati che un Presidente che non si fa condizionare dalla mafia si faccia condizionare da loro?”

Il segnale politico

Lo sgambetto era ampiamente previsto ma non in questa misura. Musumeci è andato su tutte le furie.Il governatore Nello Musumeci voleva comunicare le proprie dimissioni, secondo quanto riferito da alcune fonti a lui molto vicine, direttamente al Parlamento e aveva chiesto la parola ma il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, ancora una volta stratega politico, ha risposto che doveva chiudere la seduta, dedicata alla votazione dei grandi elettori del Capo dello Stato, e che gli avrebbe dato la possibilità di parlare riaprendo 5 minuti dopo i lavori parlamentari, che avevano all’ordine del giorno l’esercizio provvisorio. E invece i lavori non sono più ripresi.

Per un’ora circa, Musumeci è rimasto in aula in attesa, mentre Miccichè s’è chiuso nella sua stanza, dove c’è stato un via vai di assessori ed esponenti della maggioranza. Un modo per prendere tempo e raffreddare gli animi accesissimi di Musumeci e dei suoi, che hanno ritenuto gravissimo lo strappo di un pezzo di centrodestra con i franchi tiratori che hanno tradito il governatore, che non solo ha ricevuto 15 voti in meno di Miccichè come grande elettore, ma è arrivato persino alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, che oltre ai voti del suo gruppo e del Pd ha avuto anche quelli dei falchi del centrodestra. Alla fine aula rinviata alla prossima settimana.

Musumeci “prenderò scelte conseguenti”

“Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime 24 ore” aveva detto subito dopo lo stesso Musumeci.

Poche ore, poi la diretta social per annunciare l’azzeramento della giunta

Poco dopo le 21 la decisione comunicata con una diretta social “Non lascio ma raddoppio,  rilancio. Ci sono troppe cose da fare e non lascio il mio lavoro a metà. Non mi faccio condizionare ma azzero la giunta”

Musumeci avoca a se i poteri di tutti gli assessori

Di fatto il governatore ‘licenzia’ tutti gli assessori  “Nei prossimi giorni sentirò i partiti e raccoglierò le indicazioni. Alcuni assessori naturalmente saranno riconfermati, altri no”. Insomma darà vita ad una giunta di fine legislatura che porterà la Regione verso le elezioni.

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