Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha inviato poco fa una nota di diffida alle autorità competenti per l’esecuzione della propria ordinanza emanata lo scorso 22 agosto.

Nel documento, il governatore richiede, tra le altre misure, di illustrare il crono-programma del progressivo svuotamento degli hotspot per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti. Qualora ciò non fosse stato già predisposto (come avvenuto stamane per il trasferimento dei migranti risultati positivi al Coronavirus, contagiatisi tra loro, nella struttura di Pozzallo), nella piena vigenza della ordinanza, il presidente Musumeci ha chiesto di dare rapida esecuzione al provvedimento, tenuto conto altresì dell’enorme numero di migranti attualmente presenti senza alcun distanziamento e pregiudizio della loro salute, nell’hotspot di Lampedusa.

E’ il nuovo passaggio deciso dal governatore in assenza di una impugnativa da parte del governo nazionale ma anche di azioni concrete per eseguir el’pordinaza che attualmente resta in vigore proprio per assenza di impugnativa.

Lo scontro è in corso ormai da qualche giorno e questa mattina òle autorità aveva anticipato l’ispezione regionale a Pozzallo

“Da stamattina, a quanto apprendo, si è iniziato a svuotare l’hotspot di Pozzallo, dove alle 11 arriverà il nostro team per esaminare l’idoneità dei locali. I ricorsi notificati a mezzo stampa non producono effetti. Ma alzare la voce, a tutela della salute pubblica, evidentemente si. Vedremo se in qualche giorno si ristabilirà la legalità. Vi tengo aggiornati!” aveva informato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, su Facebook.

Giù in mattinata era stato piuttosto polemico sottolineando, in modo quasi sarcastico, come lo svuotamento dell’hotspot sia iniziato prima dell’arrivo della task force regionale lasciando intendere proprio che si tratta di una scelta adottata sotto la pressione dell’ordinanza regionale.

“Spero nel buonsenso del governo centrale. Speriamo che non ci siano né vinti né vincitori” aveva aggiunto in giornata. “Io ho già dimostrato di essere collaborativo – ha detto il governatore – abbiamo operato oltre 11mila interventi sui migranti, abbiamo sempre dato ampia disponibilità, più collaborazione di così non si può”. “Abbiamo cercato anche di calmare la gente – ha spiegato Musumeci – di colloquiare con i sindaci, ma non si può frenare una condizione di promiscuità che è disarmante, irragionevole. I migranti scappano e nessuno li può recuperare, e creano nella gente, a ragione o a torto, la paura, perché la gente non sa se un giorno rischia di venire a contatto con queste persone, di cui non si sa lo stato di salute”.

E poi aveva annunciato l’iniziativa che è giunta in serata “Tra qualche ora ci rivolgeremo alla magistratura – dice oggi Musumeci – ed è triste e disarmante constatare come due articolazioni dello Stato, governo centrale e governo regionale, debbano ricorrere alla magistratura per riaffermare un diritto sacrosanto che è il diritto alla salute”.

“Noi – aveva aggiunto il governatore – non ci occupiamo di migranti, è una competenza del governo centrale e siamo d’accordo, ma io sono l’autorità sanitaria in Sicilia e sono soggetto attuatore dell’emergenza Covid. Ho il dovere di prendere atto che i luoghi dello Stato in cui il governo centrale ammassa centinaia di esseri umani sono al di fuori di ogni norma anti Covid”. “Il governo tace da 48 ore – ha detto ancora Musumeci – c’è silenzio assoluto”.

“Il governo centrale, che ha avuto notificato il provvedimento, non ha ritenuto di dover dare disposizioni alle forze dell’ordine e alle Prefetture per poter sgombrare i centri d’accoglienza in Sicilia, ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Il che significa che ci troviamo davanti ad una palese omissione, perché le precedenti due ordinanze le Prefetture le avevano regolarmente osservate”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24, il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, parlando dell’ordinanza di sgombero dei centri di accoglienza emanata dalla Regione. “Il mio – ha spiegato il governatore – non era un ultimatum. Un’ordinanza per avere effetto ha bisogno di una decorrenza: abbiamo dato 48 ore di tempo per poter liberare quei luoghi squallidi e poter ricollocare quegli esseri umani che ci sono dentro, circa 2000, in altre parti d’Italia o meglio ancora in Stati membri che in questo momento si girano dall’altra parte perché sembra che il problema dell’immigrazione debba riguardare soltanto la Sicilia”.

 

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