“Musumeci dove sei?” ed altri cori irripetibili scandiscono la protesta degli operai Blutec oggi a Termini Imerese. Scesi in piazza per un corteo annunciato, gli operai hanno bloccato la cittadina percorrendo tutte le strade fino a piazza Duomo dove si tengono i comizi dei segretari nazionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil oltre che dei sindacalisti locali che guidano la protesta.
La nuova ondata di scioperi era iniziata già prima che si sapesse dell’inchiesta della magistratura sui vertici della Blutec. Da inizio anno era scaduta la cassa integrazione straordinaria per gli operai non ancora re impiegati che sono la stragrande maggioranza degli ex Fiat.
Il Vice Premier Di Maio, così, è venuto due volte. Una prima visita per promettere il rinnovo della cassa integrazione. Una seconda per tranquillizzare gli operai che non saranno abbandonati dopo gli arresti dei vertici Blutec e il sequestro dei beni con l’accusa di aver fatto sparire 16,5 milioni dei contributi Invitalia per il rilancio di Termini.
Ma gli operai non si sentono affatto tranquilli. Hanno protestato più volte e nei giorni scorsi sono andati anche a Palermo dove hanno ritenuto insoddisfacente l’incontro alla Presidenza della Regione al quale non c’era il presidente. E oggi rincarano la dose dopo aver constatato che allo sciopero con corteo ufficiale la Regione è completamente assente.
“L’assenza del governo regionale, oggi a Termini Imerese sconcerta. Non ci possono essere giustificazioni, quando in
piazza vanno lavoratori da troppo tempo in difficoltà, nell’ambito di una vertenza che è simbolo del declino industriale che sta investendo l’intera Sicilia” dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia.
“Da anni – aggiunge Pagliaro- siamo impegnati in questa vertenza e in quello per la ripresa dell’industria in Sicilia, mi auguro che la partecipata manifestazione di oggi risvegli coscienze che sembrano assopite che sappiano poi mettere in campo un’adeguata azione politica”.
Durante i comizi dal balcone della sede del Municipio di Termini Imerese da Roma è arrivata l’ufficializzazione della convocazione di un incontro al Ministero per il prossimo 9 aprile
A fine mattina arriva la risposta del governatore “I lavoratori della Blutec sanno di poter continuare a contare sulla vicinanza del governo regionale. Lo abbiamo ribadito proprio a Termini Imerese dinanzi al ministro del Lavoro – dice Nello Musumeci – lo riconfermeremo nell’incontro previsto a Roma agli inizi di aprile. Serve un progetto di rilancio dell’area e di recupero delle forze lavoro per il quale la Regione rimane disponibile a fare la propria parte, anche sul fronte degli investimenti infrastrutturali”.
“La convocazione per il 9 aprile al Mise deve servire a dire qual è il futuro per lo stabilimento e per i lavoratori
. C’è un commissario che non può essere un commissario liquidatore, vogliamo sapere qual è il piano industriale con cui andare avanti, altrimenti è a rischio anche la cassa integrazione” dice Francesca Re David, segretaria generale nazionale della Fiom Cgil oggi a Termini Imerese per il corteo dei lavoratori Blutec e dell’indotto. Le fa eco
Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom Sicilia. “Deve essere – dice- un tavolo di svolta per i mille lavoratori interessati, i 700 ex Fiat e i 300 dell’indotto”.
Re David aggiunge. “Il punto è ricominciare a produrre, finora abbiamo avuto montagne di piani ma nessun prodotto. Ci vuole quindi un soggetto industriale e al riguardo Fiat si deve assumere le sue responsabilità, come anche il governo nazionale deve fare la sua parte”. La segretaria Fiom aggiunge che “ Occorre investire per arrestare il processo di deindustrializzazione in atto in Sicilia e i soldi devono servire non per le speculazioni finanziare ma
esclusivamente per il rilancio industriale, come chiede questa piazza che dopo ben sette anni vede ancora insieme i lavoratori ex Fiat e dell’indotto”.
“Il progetto di riqualificazione deve andare avanti e i lavoratori devono essere salvati. Le Istituzioni devono assumersi le loro responsabilità e mantenere le promesse” dice Gianluca Ficco, della Uilm nazionale. Sul posto, a fianco dei lavoratori, anche il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, insieme ad Enzo Comella segretario della Uilm Palermo: “Fiat ha abbandonato quest’area al suo destino, non ha dato una mano a sviluppare ipotesi industriali alternative, adesso chiediamo che Governo nazionale e regionali la chiamino alle sue responsabilità. Basta ipotesi farlocche, si faccia sul serio”.
Le somme della giornata le tira la Cisl “Quello che continuiamo a ribadire è che i lavoratori di Termini Imerese vogliono il lavoro non certo forme di assistenzialismo, l’incontro del prossimo 9 aprile al Mise deve servire a dare certezze, qui ci sono le professionalità, la storia di un filone produttivo come quello dell’automotive, importante per tutto il Paese, si faccia di tutto per far rinascere la fabbrica e tutto il territorio”. L’appello alla fine del corteo, che era partito da piazza Europa a Termini Imerese, lo ha lanciato da piazza Duomo durante i comizi il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano. Al suo fianco, con i migliaia di lavoratori in corteo, sindaci, rappresentanti della Chiesa, studenti, commercianti che hanno abbassato le saracinesche al passaggio dei manifestanti in segno di solidarietà, c’era tutta la Fim Cisl locale, guidata dal segretario generale Ludovico Guercio e dal segretario provinciale Antonio Nobile, la Cisl nazionale con il responsabile del Dipartimento Politiche Settore Industria Carlo Anelli e la Cisl Palermo Trapani con il segretario generale Leonardo La Piana e il responsabile di Termini Dino Cirivello.
“Dietro ogni lavoratore che ha manifestato oggi non c’è solo una famiglia – hanno detto Uliano, Guercio e Nobile – c’è un intero territorio che attende risposte, troppe volte abbiamo assistito a sfilate di rappresentanti politici per gli incontri sulla vertenza che poi non hanno portato a soluzioni definitive, qui resta il dramma di vivere con una situazione di reddito ridotto e il dramma di un intero paese che non ce la fa più”.
“La vera emergenza – hanno affermato Carlo Anelli e Leonardo La Piana – è quella della mancanza di politiche industriali vere, in tutto il Paese manca una strategia, crediamo sia fondamentale trovare un nuovo percorso di rilancio per questa fabbrica, ma con imprenditori che siano seri e credibili, con piani industriali che non siano carta straccia, altrimenti non si potrà mai costruire un futuro con reali prospettive. Il Mise si impegni per questo, per una soluzione che sia definitiva”.
La Piana e Dino Cirivello, hanno concluso “la Regione faccia la sua parte anche sul fronte infrastrutturale, si realizzino le opere per l’interporto di Termini, le strade, tutti quei collegamenti che possano rendere competitiva e appetibile la zona per nuovi investimenti. Noi siamo pronti a portare avanti la battaglia fino a quando non otterremo vere risposte da tutti gli interlocutori istituzionali”.
Palermo, 20 marzo 2019
LEGGI QUI la nota dell’amministratore giudiziario di Blutec
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