Il prossimo Giubileo sarà nel 2025 e c’è grande attesa tra i cattolici di tutto il mondo. La sua importanza è riconosciuta e rispettata anche dalle altre fedi. Il Giubileo porterà a Roma milioni di pellegrini.
L’ultimo Giubileo è stato quello straordinario del 2015 voluto da Papa Francesco. Quello che si svolgerà nel 2025 sarà quindi il secondo con Papa Francesco.

Il dpcm che deve sbloccare due miliardi di euro

Grandi aspettative dunque per il Giubileo anche se sul fronte politico tutto sembra bloccato.
C’è un decreto del presidente del Consiglio (dpcm) che dovrebbe sbloccare 2 miliardi di euro ma che ancora non è stato firmato. Evidentemente il governo Meloni non vuole ‘accettare’ passivamente quanto avviato dal governo Draghi.

Meloni vuole coinvolgere Musumeci

Il governo Meloni, insomma, vuole dire la sua sul Giubileo 2025.
Secondo quanto riporta l’Espresso, Giorgia Meloni vorrebbe coinvolgere l’ex governatore siciliano Nello Musumeci, di Fratelli d’Italia, ministro del Mare con delega alla Protezione Civile, per organizzare e monitorare da vicino l’atteso Giubileo.

I dati finanziari sul Giubileo

L’Espresso riporta anche i dati: le dotazioni finanziarie per il grande evento ammontano a 1,335 miliardi di euro per 135 cantieri e 110 milioni di euro per l’accoglienza, e sono già disponibili su un conto corrente della Tesoreria dello Stato.
Quando era ancora premier, Mario Draghi aveva affidato la gestione a “Giubileo 2025”, questo il nome di una società di scopo interamente controllata dal ministero dell’Economia. Amministratore delegato della società è Marco Sangiorgio (ex di Redo sgr e di Cassa depositi e prestiti), presidente Matteo Del Fante (ad di Poste Italiane). “Giubileo 2025” è formalmente attiva da metà luglio e dovrà svolgere le funzioni di soggetto pagatore e vigilante.

Il ruolo del Comune di Roma e gli interventi previsti

Contrariamente a quanto avveniva nel passato, la politica non ha accesso diretto ai fondi per il Giubileo ma il programma delle opere da portare a compimento e tutta la parte burocratica sono di competenza del Comune di Roma, e dunque del commissario straordinario, il sindaco Roberto Gualtieri.
Quest’ultimo ha già indicato le priorità compilando una lista di 335 interventi per “il decoro del patrimonio culturale” di Roma, finanziati da un fondo di 500 milioni di euro in capo al ministero della Cultura. Altri fondi sono bloccati proprio in attesa del dpcm di Meloni.

Cosa intende fare Meloni

In merito al Giubileo, secondo le indicazioni che aveva dato Draghi, il governo avrebbe due ruoli diversi: intanto al tavolo istituzionale che ospita anche sei parlamentari, e poi alla cabina di regia che ha maggiori poteri.
Ma al momento, tutto sembrerebbe in fase di stallo. Il timore è che si arrivi impreparati al Giubileo, perché nessun lavoro è ancora partito. Da considerare che in contemporanea, si dovrebbero aprire a Roma cantieri per 8,2 miliardi di euro previsti dal Pnrr.
Da indiscrezioni tuttavia si apprende che ci sarebbero state già delle riunioni di governo.
Giorgia Meloni però, vuole essere ‘protagonista’ del Giubileo e quindi da qui deriva il suo desiderio di un ruolo proprio nel Giubileo per Musumeci.
Il secondo aspetto riguarderebbe non un decreto del presidente del Consiglio ma addirittura due, per rivedere l’elenco dei lavori da fare.
Certo è che il tempo stringe, le opere da portare a compimento sono tante e se non si vuol far ‘fallire’ il Giubileo il governo Meloni dovrà darsi una mossa.

Intanto Salvini ‘blinda’ porti e treni e Musumeci rimane a secco

Nonostante, come sappiamo, Musumeci sia ministro del Mare, Salvini e il vice ministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, lo lasciano a secco per quanto riguarda il braccio di ferro sulla blu economy stabilendo i poteri dell’azione politica sui porti e non solo.
Come riporta Il Secolo XIX, gli ambiti di attività e controllo del vice ministro ligure sono vastissimi: dalle “attività di competenza della Direzione generale per le politiche integrate di mobilità sostenibile, la logistica e l’intermodalità”, alle “attività di competenza della Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale, trasporto marittimo e per vie d’acqua interne”.
La gestione della politica portuale dunque è affidata in buona parte a Rixi. All’orizzonte ci sono due ‘appuntamenti’ importanti: la riforma portuale che è in embrione, e le nomine dei presidenti degli scali in caso di cambio di poltrone alla fine della stessa riforma.
Rixi avrà un ruolo determinante anche nel Cipom, il Comitato interministeriale per le Politiche del Mare.
Ma uno spazio per Musumeci potrebbe esserci: la presidenza del Comitato è affidata a Meloni che però dovrebbe delegare l’ex governatore Musumeci per la regia del tavolo interministeriale.

A Rixi anche la gestione del trasporto su rotaia

Nella nuova delega affidata a Rixi c’è anche il trasporto ferroviario. Il vice ministro dovrà occuparsi del “coordinamento funzionale delle attività svolte dalle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane”.
Rimangono dunque però perplessità sul ruolo di Musumeci all’interno dell’economia blu.

Valzer al ministero dei Trasporti

Intanto al ministero dei Trasporti le poltrone dei dirigenti più in vista potrebbero cambiare e la Lega avrebbe già una rosa di nomi e una strategia precisa.
Patrizia Scarchilli potrebbe diventare direttore dei porti al posto di Teresa Di Matteo. Ma si fa anche il nome di Enrico Maria Pujia.
La Lega inoltre vorrebbe anche avere un ruolo più decisivo nelle scelte di Ram, una società interna che si occuperà di mare bonus e digitalizzazione dei porti. La società è attualmente guidata da Ivano Russo, ex direttore di Confetra e consigliere fidato dell’ex ministro Graziano Delrio.

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