Giovani, donne, un ex ‘sacro mostro’ della politica siciliana alle spalle ma nessun accordo con gli ‘amici’ del centro siciliano che stanno costituendo la loro ‘casa’ comune, quella nata dopo il patto dei paccheri e sulla cui strada si continua a viaggiare. Ciascuno farà il proprio percorso e ci saranno liste autonome e ben chiare da identificare.

Non ci sarà la riunione del Centro. O almeno non per l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro che  a margine dell’incontro “Umanizzazione della politica” ha spaziato a 360 gradi sul ruolo della Dc, in una visione prospettiva mai scevra dalla retrospettiva: sul contributo delle donne in politica, la famiglia, l’accoglienza agli immigrati, l’eredità democristiana, la relazione con gli altri centristi.

Nessun patto con gli altri ‘centristi’, amici forse d’un tempo andato

Fugando ogni tentazione polemica, l’ex presidente della Regione ha voluto chiarire i rapporti con gli altri centristi, la cui unica ragione di divisione sarebbe l’ambizione della Dc ad una propria lista alle regionali, per dare un’opportunità ai neofiti della politica su cui il partito ha deciso di puntare; liste unite da rimandare alla competizione nazionale.

“I miei amici del “centro” – ha commentato Cuffaro – con cui certamente avremo un percorso politico condiviso, faranno una lista insieme. La Dc vuole una lista da sola, perché miriamo a coinvolgere tanti giovani e donne che portano il loro bagaglio culturale. Non andremo insieme a loro, affinché i nostri giovani che hanno un’esperienza politica da maturare possano avere la possibilità di gareggiare ad armi pari. Il percorso di centro uniti andrà bene per le nazionali”.

Umanizzare la politica

Secondo Cuffaro, il sistema politico in generale e, in modo specifico, quello siciliano necessita di un processo di umanizzazione di cui può essere garante solo una figura femminile. Il primo passo normativo in questa direzione è il disegno di legge sulla doppia preferenza anche all’Ars di cui si è fatta promotrice la Dc. “La Sicilia è matura per una donna alla presidenza della Regione e un ruolo centrale in questa direzione potrà averlo la nuova Democrazia Cristiana, il cui nuovo corso è alimentato con passione e rigore morale da un gruppo di donne che è in condizione di preparare una candidatura femminile. Vogliamo stimolare il sistema politico siciliano a guardare ad una donna come presidente, che riporti serenità umanità, passione e rigore alla politica”.

Riprendere il filo di una storia interrotta

Una centralità dell’apporto femminile che, secondo Cuffaro, è coerente con la storia e la mission in cui si è sempre riconosciuta la Dc, nel solco di una tradizione che guarda al futuro, senza “mercanteggiare” su alcuni temi come la difesa della famiglia tradizionale e il sostegno alle fasce più deboli. “Noi – ha continuato Cuffaro – riprendiamo il filo di una storia di valori ed ideali che va tessuto in chiave moderna, adeguandoci ai tempi. Oggi tutti vogliono una famiglia, la famiglia che difende la Dc è la famiglia naturale e solidale di ogni popolo, anche di coloro che mettono a rischio la propria vita e di quella dei propri figli varcando le intemperie e i fili spinati. Vogliamo una famiglia ordinata e rispettata in cui gli anziani siano una risorsa e non un peso e i figli una ricchezza da valorizzare. Queste scelte non sono in vendita, a partire da questi punti saldi la Democrazia Cristiana porterà un tratto nuovo di solidarietà e partecipazione democratica”.

“Ho sbagliato ed ho pagato, sento il dovere di tornare a difendere valori giusti”

La difesa di una storia che per l’ex governatore è tanto più doverosa quanto più intrecciata, negli ultimi anni, con le sue vicende personali e giudiziarie: “Ho commesso degli errori ed ho pagato. In virtù di questi errori sento ancora più forte il dovere di difendere i valori della Dc e l’eredità di uomini come Sturzo, Alessi, Ambrosetti, restituendole il suo vero spessore e ruolo nella storia, affrancandola dai miei errori”.

Le amministrative nei comuni dove la Dc nacque

Intanto, prima di guardare al nuovo corso bisognerà passare il guado delle amministrative che coinvolgono città considerate un tempo roccaforti della Dc, oltre al capoluogo siciliano, Favara, Canicattì, Porto Empedocle, Caltagirone e San Cataldo. “Stiamo facendo con attenzione le liste in tre paesi in cui la storia della Dc è nata. In questi comuni in cui vige il proporzionale la Dc presenterà liste con molte donne non solo professioniste, ma anche che svolgono il grande ruolo di reggere le famiglie, se le famiglie sono ordinate lo sono anche le istituzioni. Per questo ribadiamo il ruolo della donna in politica”.

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