Novembre mese della ripartenza della Formazione professionale in Sicilia. L’affermazione fatta ieri in una intervista a BlogSicilia dall’assessore alla Formazione Roberto Lagalla (LEGGILA QUI) ha causato una serie di reazione nei formatori iscritti all’albo. L’assessore è ottimista circa il loro impiego ma loro lo sono un po’ meno così hanno designato una sorta di portavoce dei formatori che si definiscono ‘liberi’. La polemica non accenna a spegnersi e secondo i lavoratori la situazione non è rosea come sembra. Almeno questo quel che racconta a BlogSicilia Sandro Cardinale dell’esecutivo confederale Sicilia Usb

“I lavoratori hanno partecipato al censimento a marzo 2018 ma fino all’ultimo aggiornamento erano presenti nominativi di persone decedute da oltre 6 anni (ci pare difficile che abbiamo mandato il modello dall’aldilà) e anche persone già in pensione. Vorremo dare uno spunto all’assessore Lagalla per avere un albo realistico: interrogare l’INPS e risolvere la questione in due settimane al massimo” dice Cardinale.

“E per carità, per chiamarlo ‘albo’, almeno inserisca la data storica di assunzione – continua – Detto questo ad oggi, non sappiamo ancora nemmeno quanti sono questi lavoratori. A noi non risulta che sia stato chiamato al lavoro nessuno degli operatori storici!”

Il nuovo sistema di formazione a sportello non credete che garantisca la ripartenza? Che altre soluzioni c’erano? Non era forse l’unico modo per ripartire?

“L’ unico modo per ripartire è regionalizzare la Formazione Professionale, istituendo delle liste di mobilità degli operatori negli UPL , anche perchè, altrimenti, che senso avrebbe avuto eliminare gli Enti storici, mandare a casa gli operatori con contratto a tempo indeterminato, per rimettere sempre i “prenditori” di danaro pubblico, privati, a gestire quella che è ormai palese la ‘manciugghia’ più ambita in Sicilia!?

Entro l’anno potrebbe ripartire anche l’Avviso 8

“Di proclami di partenze di Avvisi ne sentiamo parlare dai tempi di Marziano. Il problema resta sempre lo stesso: chi lavorerà, sempre se ripartirà? Nuovi e freschi limoni da spremere e da buttare quando non serviranno più come è successo col clientelismo del sistema formazione gestito dai sindacati gialli e dalla politica di ogni ordine e grado?!
No grazie!”

In virtù di tutto ciò cosa pensate che si potrebbe fare per correggere le storture e far ripartire davvero il sistema?

“L’USB è del parere che la gestione di un sistema così ricco, non è possibile sia ancora in mano ai privati. Come dire, l’occasione fa l’uomo ladro e i vari casi Genovese, Genco, Montante o le situazioni riguardanti le crisi di enti come  IAL, CEFOP, ENFAP, ENAIP, ecc ecc, tutti di matrice politico/sindacale (Cgil, Cisl e Uil, re indiscussi fra gli enti storici ormai liquidati) sono la prova provata che non è questa la soluzione”.

Intendete proporre di fare gestire la Formazione Professionale agli stessi operatori storici?

“Esistono grandi professionalità nel settore, esperienze amministrative e di aula ultratrentennali. Si potrebbe pensare di creare un’Agenzia Unica Regionale, cavallo di battaglia della campagna elettorale del Presidente Musumeci. Ma ci viene in mente anche il C.I.A.P.I. che per oltre un ventennio si è occupato della formazione professionale delle imprese e delle aziende in Sicilia, fino agli anni 90 propedeutica addirittura all’assunzione e che ora potrebbe diventare il “contenitore” ideale per ricollocare i lavoratori storici della Formazione e ridare ai siciliani l’opportunità di formarsi e di affacciarsi al mondo del lavoro con più professionalità”.

“Le idee le abbiamo – continua Cardinale – ma vorremmo capire se la Regione Siciliana è disposta ad abbandonare il vecchio sistema e sedersi intorno ad un tavolo per poter costruire una formazione davvero di qualità e senza il rischio di ingrassare solo i soliti pochi ma capace di offrire un’opportunità seria a questi lavoratori macellati dal sistema e ai siciliani un’occasione di crescita professionale”.

La strada sarebbe lunga. E nel frattempo?

“Ultima cosa che l’USB vuole sottolineare è la situazione del Fondo di Garanzia, visto che il professore Lagalla già tanti mesi fa aveva garantito insieme al suo dirigente Gianni Silvia, che avrebbe utilizzato i Fondi PAC per elargire un sostegno economico a questi lavoratori che non hanno più alcuna copertura né retributiva né di ammortizzatori sociali. Tutto ciò è già previsto dalle leggi in favore degli operatori in questione. Vorremmo capire il valore delle promesse dell’uomo, del politico e anche del Magnifico Lagalla, ricordandogli che si parla di uomini, donne e bambini che aspettano di tornare a vivere quando lui deciderà”