Lo spettacolo indegno dell’ultima Finanziaria regionale è in dirittura d’arrivo. Intorno all’una di notte si è finalmente concluso l’iter di approvazione dei 16 articoli ai quali è stata ridotta la manovra (12 dei 42 della Finanziaria e 4 prelevati dal disegno di legge collegato). Manca, ormai, solo il voto finale per il quale è mancato il numero legale. Oggi si dovrà mettere la parola fine con un voto, un allineamento fra bilancio e finanziaria e un nuovo voto conclusivo. Una procedura che, ormai, è poco più di una formalità per la quale nella notte, però, è tornato a mancare il numero legale.
Si tratta di un documento che definire scarno non sarebbe gisto. Vi si prevedono tuttte le spese necessarie alla sopravvivenza della Regione e quelle legate alle polemiche degli ultimi mesi ma non c’è una sola scelta poltiica, un solo intervento di sviluppo, un finanziamento, una direzione. Tutto è lasciato al caso e all’esigenza di restare sulla poltrona per questi ultimi sei mesi di legislatura.
Ci sono i soldi per i disabili, in gran parte prelevati dal Fondo Pensione dei regionali. Il presidente annuncia la sua ‘promessa mantenuta’ e parla di quasi 250 milioni (248 per l’esattezza) ma in realtà i nuovi fondi sono i 36 milioni dei discussi emendamenti delle ultime settimane. Gli altri sono quelli ordinari per la cura, l’assistenza a caricod el servizio sanitario o di quello socio assistenziale di Asp e comuni. E quei 36 milioni sono al centro di una violenta polemica in corso da tempo. Proprio ieri i disabili avevano rivolto un appello al Presidente della Repubblica (leggi qui)
C’è poi la polemica più ampia sul Fondo Pensioni. Dagli accantonamenti dei contributi versati dai dipendenti regionali vengono prelevati non solo i soldi per i disabili (in parte imposti come spesa ai Comuni) ma anche i fondi per l’acquisto degli immobili che la Regione aveva venduto ad un fondo per poi riaffittarli e adesso riacquista caricandone l’onere proprio sul Fondo Pensioni. Per i dipendenti si tratta di uno scippo vero e proprio e additano nomi e cognomi dei 36 deputati che hanno votato il provvedimento (leggi qui)
Stanziati, poi, 6 milioni di euro per l’avvio al lavoro degli ex sportellisti, sì ai trasferimentia i comuni come era già stato dato il via libera a quelli nei confronti delle ex province. Ci sono i fondi per i forestali e per i Consorzi di bonifica ma anche il sì alla norma sugli enti in liquidazioni, tra cui Eas, Espi, Ems, Terme di Acireale e Sciacca, oltre che l’Arsea, l’Agenzia della Regione siciliana per le erogazioni in agricoltura.
Via libera anche alla norma per la stabilizzazione di circa seimila Asu ovvero precari degli enti locali utilizzati come amministrativi e salvataggio per i precari e pensionati ex Asi oggi Irsap.
Martedì o forse mercoledì la nuova conferenza dei capigruppo per decidere il futuro del ddl collegato ovvero quella legge che contiene tutte le proposte della Finanziaria scorporate da una manovra resa sterile ma approvata. Bisognerà decidere se calendarizzarlo e quando. Molte le richieste di farlo subito ma il clima non sembra favorevole e da domani, inoltre, l’Ars entra nel suo semestre bianco, l’ultimo della legislatura quello durante il quale non dovrebbe far nulla che non sia indifferibile.
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