Città paralizzata oggi a Palermo per lo sciopero contro la Regione che non stanzia le somme per pagare gli ammortizzatori sociali in deroga. Analoga manifestazione si era svolta ieri a Catania.

In circa trecento hanno partecipato stamani al sit in sull’emergenza che ne deriva a Palermo. In via Trinacria davanti l’assessorato al Lavoro per la mobilitazione di Cgil Cisl e Uil si sono ritrovati i lavoratori edili, del commercio, metalmeccanici e altri settori, che hanno chiesto risposte sulle somme attese dallo scorso anno e sulle pratiche ancora ferme non esitate. In piazza i dipendenti dell’indotto ex Fiat, di Fincantieri, Ansaldo Breda, Telecom, lavoratori del commercio, degli impianti fissi e edili come gli operai della Icar Carini. Durante la protesta i sindacati hanno chiesto ed ottenuto un incontro per chiedere quali siano i motivi dei ritardi sia dei pagamenti sia dell’esame delle pratiche ferme negli uffici.

A riceverli il responsabile dell’Ufficio tecnico dell’assessorato. “E’stato un incontro interlocutorio, giovedì prossimo 21 aprile torneremo a protestare davanti la Prefettura di Palermo – affermano i responsabili del Mercato del Lavoro per Cgil, Cisl e Uil Palermo Alessia Gatto, Daniela Di Girolamo e Gianni Borrelli –per chiedere al prefetto di farsi mediatore per la convocazione di un tavolo con la Regione data la grande valenza sociale della vertenza, non solo a Palermo ma su tutto il territorio regionale”. La Regione ha annunciato una convocazione all’inizio della prossima settimana.

“Finora il governo è stato assente – aggiungono Gatto, Di Girolamo e Borrelli – e la situazione sta diventando allarmante, perché non percepiscono le somme nemmeno coloro che hanno ottenuto il via libera alla pratica del 2015” .

I sindacati hanno anche sottolineato gli effetti negativi della cosiddetta continuità degli ammortizzatori inserita da un decreto ministeriale che di fatto impedisce a chi ha percepito le somme da gennaio ad ottobre (massimo 10 mesi come prevede il testo) di chiedere la continuità per il 2016. “Bisogna rivedere anche questo punto, servono inoltre politiche attive del lavoro da parte della Regione, non si può perdere ulteriore tempo, ogni giorno cresce l’esigenza di ammortizzatori”.

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