“La manifestazione per il No al Ponte sullo Stretto di Messina è una battaglia di civiltà irrinunciabile a tutela dei diritti delle persone e dell’ambiente. Il ponte pone pesanti problemi di tipo sociale, economico e ambientale”. E’ l’opinione dell’europarlamentare di Avs, Leoluca Orlando che oggi partecipa all’iniziativa dei No Ponte a Messina. Il movimento, che sembrava essersi spento, ha ripreso vigore dopo il doppio pronunciamento della Corte dei Conti che ha rigettato la registrazione della delibera per la realizzazione del Ponte. Le motivazioni del primo pronunciamento, giunte negli ultimi giorni, hanno poi ridato forza anche alle proteste ambientaliste visto che uno dei motivi è il mancato rispetto della normativa comunitaria sul mantenimento dello status ambientale. un tema che il goveerno riteneva di aver superato con la delibera Iropi che inseriva il Ponte fra le opere strategiche irrinunciabili ma che la Corte dei Conti considera carente di istruttoria.
L’ex sindaco di Palermo e le forze del No
“Oggi le forze progressiste e il mondo dell’associazionismo si uniscono – ha aggiunto Orlando – per dire No ad un’opera pericolosa che viola le normative europee sull’ambiente e in materia di appalti delle opere pubbliche. Lo avevamo denunciato un mese fa incontrando il Commissario europeo per l’ambiente, Jessika Roswall, una denuncia che ora trova ulteriore conferma nelle motivazioni della Corte dei Conti che ha bocciato il progetto”.
Per Orlando “la realizzazione del ponte stravolgerebbe un territorio ricco di biodiversità e distruggerebbe identità paesaggistica e culturale. Per questo oggi saremo ancora una volta in piazza a Messina”.
“Il governo nazionale e i governi regionali – ha proseguito – devono rispettare l’ambiente e la legalità e devono prendere atto del pronunciamento dei magistrati contabili, ammettere il proprio fallimento e investire le enormi risorse economiche stanziate per l’opera nella realizzazione di strade, reti ferroviarie, servizi sociali e sanitari, sviluppo sostenibile agricolo e industriale nelle Regioni Sicilia e Calabria condannate da subalternità a inaccettabili logiche affaristiche”.
La posizione del Pd siciliano
“L’unica parte fatta a norma del fallimentare progetto del Ponte tra Sicilia e Calabria è… lo Stretto. E basta” dice, invece, il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, che oggi sarà a Messina per partecipare alla manifestazione nazionale “No Ponte” a cui hanno aderito varie realtà politiche e sociali.
“Avevamo avvertito il governo che – prosegue – il percorso era irregolare, c’erano troppe anomalie. E lo ribadiamo ora dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte dei Conti che ha bloccato la delibera Cipess sul Ponte. E’ un’opera che penalizza l’intero Mezzogiorno e la Sicilia in particolare. Oltre alle forzature propagandistiche di Salvini, bocciate sonoramente, a gridare vendetta è la sottrazione di quasi 5 miliardi di fondi FSC alla Sicilia che servivano per investimenti davvero utili: strade, infrastrutture idriche, ferrovie e servizi essenziali. Il tutto con il silenzio complice e accondiscendente del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, zerbino di fronte ai suoi alleati di Roma ma ora, come in altre occasioni, colpito da – conclude – colpevole mutismo”.






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