I siciliani che lavorano fuori dall’Isola non possono tornare a casa quando vogliono a causa dell’elevato, in certi casi davvero proibitivo, costo dei biglietti aerei.

E così, facendosi interprete della volontà di migliaia di conterranei, un uomo siciliano, Pierdamiano Tomagra, ha lanciato su change.org una petizione rivolta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedere voli per la Sicilia scontati per i residenti e la continuità territoriale come in Sardegna.

Tomagra, dati alla mano, spiega i motivi della sua richiesta.

Come si legge nella petizione: “Un volo Alitalia Milano Malpensa – Barcelona El Prat con andata venerdì 01/07/16 e ritorno domenica 03/07/16 costa in questo momento 123,56 €.
Nelle stesse date, con gli stessi orari, un volo Alitalia Milano Malpensa – Catania Fontanarossa costa in questo momento 247,64 €. Esattamente il doppio.
Quella sopra è solamente una delle combinazioni possibili che dimostra l’assurdo trend del costo dei biglietti aerei per la Sicilia ai tempi delle low cost, del fallimento di queste (vedi. la WindJet di Pulvirenti) e di un vero e proprio cartello tra compagnie aeree che negli ultimi anni sta penalizzando oltremodo noi residenti siciliani. Che si sa, a casa prima o poi, sentiamo sempre il bisogno di tornare.

Nelle piazze, nei comizi e nelle assemblee pubbliche – spiega ancora Tomagra – sentiamo parlare di continuità territoriale, così come già avviene per la Sardegna, da 20 anni. I milioni di euro che dovrebbero garantire le tariffe agevolate per i residenti, puntualmente aumentano e risorgono ogni tornata elettorale, per poi sparire dissolvendosi in una nuvola di “vedremo”, quando c’è da scrivere emendamenti decisivi alla legge di stabilità.

L’ultima proposta dell’On. Minardo per estendere la continuità territoriale a Catania, Comiso e Palermo sembra destinata a ridursi ai collegamenti con Lampedusa e Pantelleria, lasciando fuori dai benefici le migliaia di siciliani che si trovano al momento nelle altre regioni d’Italia per studio o per lavoro.

Nel 2016, al di là dei facili proclami sullo sviluppo del Mezzogiorno, questa situazione è inammissibile ed è concausa dell’arretratezza economica in cui versa la più grande regione d’Italia. Agevolare lo sviluppo delle imprese, finanziare le start-up, inserire i giovani nel mondo del lavoro, sono sacrosante misure che vanno integrate con la facilità di spostamento che un’isola merita e che è alla base dello sviluppo di un’economia.

Parlare di Ponte sullo Stretto, alla luce del quadro che emerge sopra, sembra follia interessata. Per i residenti che si muovono dalle regioni più a nord d’Italia l’aereo è purtroppo l’unica scelta, e a questi prezzi va ad incidere aspramente sull’economia di ogni singola famiglia che investe sui propri figli.

Anche le imprese che fanno affari nel Nord – si legge ancora nella petizione – soffrono costi molto più elevati del resto delle regioni d’Italia, continuando a rallentare in un momento in cui il resto del mondo Occidentale dà giustamente per assodato uno sviluppo uniforme della rete dei trasporti come presupposto indispensabile per lo sviluppo economico del Paese.
Una petizione non è una legge. Ma 100 mila firme possono aiutare a fare emergere un problema che i nostri rappresentanti nelle Istituzioni sembrano aver dimenticato. Non possiamo spendere 300 € per tornare a casa per 24 ore e non può il nostro mare essere un’arma a doppio taglio da aprile a settembre, per noi che abbiamo sempre avuto la fortuna di guardarlo dalla finestra”.

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