Nonostante le polemiche e le perplessità, tutti si stringono intorno al presidente Renato Schifani, dopo il nuovo botta e risposta pubblico per la nomina del nuovo commissario per la depurazione delle acque scelto dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto e dei suoi due sub commissari fra cui il siciliano ed ex assessore Toto Cordaro. Un settore delicato visto che ogni anno le infrazioni europee costano alla Sicilia quasi 30 milioni di euro e prima della nascita della struttura commissariale questo importo rasentava i 60 milioni.
Tamajo: “Perplessità non politiche”
“Le perplessità legittime del presidente Schifani sulla inopportunità politica di nominare all’ufficio del commissario per la depurazione figure non particolarmente esperte nel settore, non hanno nulla di politico”. Afferma l’assessore alle Attività Produttive della Regione Siciliana, Edy TaMajo, secondo il quale “ne è la prova, il fatto, che la critica ha interessato anche il vice commissario Daffinà, indicato dal presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, personaggio di spicco del nostro partito. Anziché apprezzare il coraggio ed il rigore del nostro Presidente, che non fa sconti a nessuno, quando si tratta di tutelare gli interessi del nostro territorio, alcuni componenti del governo nazionale, si lasciano andare a stucchevoli difese d’ufficio, di scelte sbagliate che hanno il senso di una vecchia politica lontana dalla coraggiosa svolta che sta imprimendo il nostro Presidente, nelle procedure di scelta dei migliori, senza tessere di partito”. Conclude Tamajo.
Caronia: “Non improvvisare le nomine”
“In un settore strategico come quello della depurazione delle acque non si possono improvvisare nomine se non ancorate a competenze tecniche e scientifiche, prima ancora che a esperienze politiche. Le recenti scelte del governo nazionale, e per esso dei ministri degli Affari europei e dell’Ambiente, hanno creato tensioni che in un rapporto tra l’esecutivo della Sicilia e il governo nazionale non aiutano certo il lavoro obbligatorio che dovrà essere svolto per non perdere i fondi del Pnrr e per risolvere i gravi problemi legati alla depurazione delle acque, su cui si sono accumulati ritardi non più sostenibili che costano tantissimo alla Sicilia a seguito della procedura di infrazione decisa dalla Commissione Europea. Lo afferma Marianna Caronia, capogruppo della Lega per Salvini premier all’Assemblea regionale siciliana.
Mpa: “Da Schifani critiche giuste”
“Riteniamo legittimo e doveroso il rilievo fortemente critico del Presidente della Regione Renato Schifani sulla nomina dei nuovi vertici commissariali per la depurazione. Buona parte dei deficit riscontrati nella materia con le relative sanzioni si registrano in Sicilia ed è singolare non avere consultato il Presidente della Regione “autonoma” che, al di la della logica delle appartenenze e dell’esperienza politica, ha contestato una scelta che avrebbe dovuto orientarsi verso figure dotate di alta specifica professionalità, al fine di potere rimuovere agevolmente gli ostacoli e gli indugi che hanno determinato una condizione oramai insostenibile”. Lo dichiara l’assessore regionale del Mpa Roberto Di Mauro. “Data la delicatezza della materia e alla vigilia di una stagione carica di impegni, auspichiamo un costruttivo confronto risolutore di ogni incomprensione”.
Pace: “Schifani superpartes”
“Il Presidente Renato Schifani ha sempre caratterizzato il proprio operato per puntualità e rispetto degli alleati, soprattutto quando si è trattato di argomenti importanti: ha coinvolto i partiti della coalizione e questo metodo gli va riconosciuto”. Così l’onorevole Carmelo Pace, Capogruppo della Democrazia Cristiana all’Ars, interviene sulle polemiche delle ultime ore, relative alle nomine della Struttura Commissariale per la depurazione delle acque. “Non solo – aggiunge -, sarebbe opportuno che questo modo di rapportarsi divenisse patrimonio della coalizione intera a tutti i livelli della politica. Francamente non comprendo le prese di posizione distoniche, non fanno certo gli interessi di una coalizione che, al contrario, pur rispettando le ragioni di tutti, deve sforzarsi di fare sintesi e rimanere unita. Ed in particolare, sforzandosi di individuare sempre figure competenti ed idonee a ricoprire ruoli strategici per migliorare la nostra terra”.
La Rocca: “Servono grandi professionalità”
Condivido pienamente la posizione del presidente della Regione Siciliana nei confronti del Governo nazionale sulle nomine dei vertici della struttura commissariale per la depurazione delle acque, forse scelti non per specifiche competenze in una materia così delicata ma seguendo logiche di appartenenza politica.
Il presidente Schifani ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno, cioè che siamo indietro in materia di depurazione e che tanti comuni, in provincia di Agrigento e non solo, tra cui il mio, non hanno ancora un depuratore attivo con inevitabili danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. In alcuni territori la situazione è drammatica e la politica se ne deve fare carico risolvendo il problema, non solo dando incarichi. Una materia così delicata richiede l’impegno di autorevoli professionalità con competenze specifiche e piena autonomia. L’auspicio è che il Governo nazionale accolga l’appello del presidente della Regione a riflettere con attenzione su queste nomine e non vanificare il lavoro svolto dalla precedente struttura commissariale”.
Lo scrive in una nota la deputata di Forza Italia all’Ars, sindaco di Montevago e vice presidente dell’Assemblea territoriale idrica di Agrigento, Margherita La Rocca Ruvolo, a proposito delle polemiche relative alle nomine dei vertici della stru
Gallo pronto alle vie legali contro Fatuzzo
Si addensano nuove nubi sulla nomina di Fabio Fatuzzo, e quella dei due vice Toto Cordaro e Antonino Daffinà, come commissari per i Depuratori in Sicilia.
Dipenderà dai contenuti del Decreto di nomina di Fatuzzo e soci, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri dello scorso 7 agosto, che ancora non sono stati resi noti e che sono attesi soprattutto dall’avvocato Ciro Gallo, già sindaco di Acquedolci, liquidatore dell’Ato Messina 1 e componente del comitato esecutivo del Parco dei Nebrodi, il quale lo scorso 22 giugno, attraverso un decreto della presidenza del consiglio (dpcm firmato dal sottosegretario Alfredo Mantovano) era stato nominato Commissario alla depurazione, dopo che il predetto decreto riportava nelle sue premesse il pieno da parte di Gallo dei requisiti per la nomina).
Raggiunto da Italpress, Ciro Gallo ha così riassunto la vicenda che lo ha visto protagonista: “Dopo una serie di colloqui avuti con il capo gabinetto del Ministro Pichetto Fratin, lo scorso 16 giugno è stata formalizzata la proposta di nomina del sottoscritto e, il 22 dello stesso mese, è stato emanato il decreto, seppur ancora in attesa di notifica. Addirittura lo scorso 5 luglio, attraverso un atto ufficiale, sono stato convocato, in qualità di commissario, ad una riunione a Palazzo Chigi insieme a tutti i presidenti di Regione. In data 7 luglio però vengo a sapere che un funzionario, senza la firma del sottosegretario o l’indicazione del soggetto istituzionale che ne faceva richiesta, aveva chiesto alla corte dei conti il ritiro del decreto riguardante la mia nomina, seppur già validato, per generici approfondimenti. Approfondimenti non richiesti e non necessari per il Ministero dell’Ambiente, ma voluti astrattamente da Palazzo Chigi. Da allora fino allo scorso 7 agosto, quando ho saputo della nomina dei nuovi commissari, non ho più saputo nulla sulla vicenda”. In attesa di leggere il decreto di nomina di Fatuzzo (“nel quale mi attendo di leggere anche le motivazioni della necessità di un approfondimento sulla mia nomina” commenta Gallo), l’ex sindaco di Acquedolci ha inviato una segnalazione alla Corte dei Conti “segnalando che il ritiro per approfondimenti non può sfociare nella sostituzione immotivata dei soggetti già nominati”.
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