Non ha commesso alcun reato l’ingegnere Tuccio D’Urso che nel luglio del 2020 nominò tre assistenti, laureati e abilitati, a tre posti chiave del dipartimento dell’Energia, preferendoli a dirigenti di terza fascia senza titolo di studio specifico ed esperienza, suscitando la reazione del sindacato dei dirigenti Dirsi.

Dopo una lunga indagine, il gip di Palermo Antonella Consiglio ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giorgia Spiri, e ha archiviato la denuncia del sindacato dei dirigenti. Il dirigente D’Urso, difeso dall’avvocato Sergio Monaco, aveva revocato i congedi di diversi funzionari per fronte alla gran mole di lavoro per utilizzare i fondi europei. “Prima il lavoro e poi le ferie”, aveva detto il dirigente. Fatto che ebbe un’eco nazionale, fu maldigerito dal sindacato.

Appalti Covid19, Schifani revoca l’incarico a Tuccio D’Urso

A fine ottobre scorso il presidente della Regione, Renato Schifani, in qualità di commissario delegato per l’attuazione degli interventi finalizzati alla realizzazione delle opere previste nel piano approvato dal ministero della Salute, ha revocato l’incarico all’ingegnere Tuccio D’Urso di soggetto attuatore e coordinatore della Struttura tecnica di supporto.

Al suo posto è stato nominato Salvatore Lizzio, dirigente generale del Dipartimento regionale tecnico. D’Urso ricopriva il ruolo dal 2020 su nomina dell’ex commissario delegato Nello Musumeci.

Il dossier giunta

Su un un punto i maggiorenti del centrodestra sono tutti d’accordo: il governatore Renato Schifani accelererà sul “dossier giunta” dopo la nomina dei sottosegretari nel governo Meloni. Dunque ancora qualche giorno, poi il presidente della Regione romperà gli indugi per raggiungere quell’equilibrio necessario per potere partire subito.

Il tempo stringe e le emergenze sono tante, Schifani ha convocato la prima seduta dell’Ars il 10 novembre. Interpellando diversi dirigenti della coalizione – da FdI a Fi dalla Lega al Mpa – le posizioni, espresse all’ANSA, al momento appaiono cristallizzate. I ragionamenti sono sempre gli stessi: FdI aspira ad avere 4 assessorati e il presidente dell’Ars, 4 le deleghe su cui punta anche Forza Italia mentre continua ad aleggiare lo stesso interrogativo: Gianfranco Miccichè rimarrà a Palermo oppure opterà per il Senato? E se rimarrà a Palermo – cosa che in realtà Miccichè ha già detto in maniera incontrovertibile – tenterà di riproporsi alla presidenza dell’Ars?”.