Spostare all’Ismett di Palermo la cardiochirurgia pediatrica. E’ quello che in sostanza chiede con una nota di quattro pagine indirizzata all’assessore Gucciardi il deputato Giorgio Ciaccio del M5s all’Ars.

La nota è diventata anche una interrogazione a firma Gulia Di Vita, depositata alla Camera, per capire se e quali iniziative intende assumere su questo versante il ministero in virtù dell’impegno assunto dal governo centrale nell’affiancare le regioni nel recupero del disavanzo sanitario. Un trasferimento a Palermo, infatti, per diversi motivi finirebbe col ridurre i costi di gestione.

Nota ed interrogazione muovono dalla disperata richiesta di 4000 familiari di pazienti che hanno presentato una raccolta firme all’assessore alla sanità e dalla constatazione dei fallimenti dei tentativi che a partire dal 2010 sono stati fatti per riorganizzare l’assistenza pediatrica siciliana, attualmente ospitata presso il presidio San Vincenzo di Taormina (convenzionato con l’Ospedale Bambino Gesù di Roma), che doveva essere una allocazione temporanea in vista del definitivo trasferimento all’Ismep di Palermo, struttura i cui lavori sono fermi da tempo.

La nota indirizzata a Gucciardi e l’interrogazione alla Lorenzin, mettono in fila, uno dopo l’altro, tutte le criticità dell’attuale allocazione, tra queste le più evidenti sono la mancanza di una pediatria specialistica e di una pista di elisoccorso al San Vincenzo, e di una rete di relazioni tra questa struttura e le altre realtà assistenziali cardiologiche pediatriche siciliane.

Non di secondo piano, inoltre, la posizione del comune di Taormina, che costringerebbe i pazienti e le loro famiglie a dispendiosi soggiorni prolungati in caso di ricovero, considerato il più alto costo dei soggiorni negli alberghi e delle pensioni del rinomato centro turistico.

“L’obiettivo di annullare la migrazione sanitaria, oltre regione – afferma Giulia Di Vita – è praticamente fallito. Molti pazienti, infatti, una volta operati presso l’ospedale di Taormina preferiscono spostarsi verso altre strutture ospedaliere d’Italia, anzi negli ultimi anni sono in aumento quelli che preferiscono indirizzarsi direttamente verso strutture ospedaliere extraregionali”.

“L’Ismett di Palermo – afferma Ciaccio – sarebbe un’ottima soluzione per ospitare la cardiochirurgia. E’ ai vertici delle valutazioni fatte fatte dall’Agenas per quanto attiene agli indicatori di mortalità a 30 giorni per le procedure chirurgiche ed ha ottenuto il premio qualità per la categoria aziende sanitarie ed ospedaliere. E questo solo per fare alcuni esempi. Il centro, inoltre, è già sede dei dipartimento di cardiochirurgia e vedrà ampliati prossimamente i suoi spazi in funzione del progetto ‘Centro Cuore’, in partnership con l’ospedale Civico, ed è pertanto dotato di tutte le infrastrutture ed apparecchiature necessarie per la cardiochirugia. Riteniamo, inoltre, un ulteriore spreco di soldi pubblici la scelta di investire un milione di euro, e siamo solo all’inizio, nella ristrutturazione dell’ex Marcelletti in attesa della fine dei lavori dell’Ismep”.

A suffragare l’ipotesi Ismett per il M5S sono anche anche altri dati che candiderebbero Palermo ad ospitare la struttura.

“L’area metropolitana di Palermo – dice Giulia Di Vita – è la zona della Sicilia dove avviene il maggior numero di parti. Ogni anno nascono nell’isola 500 bimbi con cardiopatie congenite di diversa entità, di cui oltre un terzo necessitano di interventi chirurgici entro il primo anno di vita, e il 15 per cento in epoca neonatale. Giocano pertanto un ruolo fondamentale la vicinanza e i collegamenti tra il centro nascita, i reparti pediatrici ed il centro di assistenza cardiologica di terzo livello”.

Ma non ci sono solo i 5 stelle ad affrontare questo tema. La segreteria provinciale del Pd ha chiesto un incontro urgente all’assessore Baldo Gucciardi proprio per affrontare i disagi delle famiglie dei bambini cardiopatici “Non è possibile per queste famiglie spostarsi a taormina dove, peraltro, mancano le specialità pediatriche ne è valutabile come risolutiva la convenzione con il Bambin Gesù – dice Stefania Munafò – mentre la soluzione Ismett-civico sembra assolutamente praticabile anche nell’interesse del sistema sanitario che eviterebbe, così, una pensante mobilità passiva visto che spesso queste famiglie sono costrette a recarsi anche all’estero per avere opportune cure”.

“L’ospedale civico sta avviando la ristrutturazione delle sale ma l’Ismett sarebbe già in grado di fare da centro di riferimento essendo, fra l’altro, l’Università di Pittsburgh partner primario di Ismett, già dotata di un centro di cardiochirurgia pediatrica”.

“L’assessore – conclude la Munafò – ha già dato la sua disponibilità ad un incontro nei prossimi giorni per cercare una soluzione che noi speriamo porti ad una convenzione proprio con Ismett”

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