In un futuro prossimo, un grande blackout bloccherà il mondo intero. E’ la convinzione di due studiosi americani, Steve Matthewman e Hugh Byrd, che prevedono un tale sovraccarico di traffico sulle reti, da saturarle e provocare il buio, senza risorse, senza energia elettrica, senza comunicazioni globali. Un effetto che getterà nello sconforto uomini e donne, ragazzi e anziani, legati ormai in maniera univoca agli strumenti della “modernità”. Da qui è partito il regista palermitano Manfredi Russo per il suo nuovo “Non c’è campo”, cortometraggio che ipotizza un blackout globale nel 2020. Tutto parte dal Vaticano, ma coinvolge immediatamente tutto il globo. Ma quello stesso mondo deve andare avanti: e una veglia funebre si trasforma in un palcoscenico grottesco in cui va in scena il cinismo più sfrenato. Blackout delle linee telefoniche o indifferenza sociale?

Una patina quasi antica, eleganza di un bianco e nero saturo, e omaggio non velato alla cinematografia anni Quaranta: “Non c’è campo” vede tra gli interpreti Benedetto Raneli, lo stesso Manfredi Russo, Carmen Vella. Fotografia e montaggio di Veronica Randazzo; suono di Roberto Garilli; la colonna sonora è del compositore statunitense Lee Maddeford che, raggiunto via social, ha messo a disposizione le sue musiche gratuitamente. Produce Cinemapro.

Il regista Manfredi Russo ha già firmato con successo sia “Chiamate un’ambulanza”, premiato in diversi festival; che “Vampa di core”, tra i 32 cortometraggi selezionati per il Globo d’Oro, e “Il sogno americano” vincitore del Todi festival e premiato da Peter Stein e Maddalena Crippa.

Palermitano, classe ’85, Manfredi Russo si divide: lavora infatti come attore davanti alla macchina da presa (Palermo Shooting, L’imbroglio nel lenzuolo, Agrodolce, L’isola dei segreti, Vendetta, Game Over, Pizza Pulp, Squadra Antimafia 4, Paolo Borsellino – I 57 giorni, Come il vento), e dietro, come regista. Il primo cortometraggio è “Cose di questo mondo” uno spaccato della società quasi autobiografico. Ha frequentato l’Accademia di Cinema e Teatro “Stage Academy”, diretta da Patrick Rossi Gastaldi, a Roma. Nel 2014 ritorna a Palermo e realizza il secondo cortometraggio “Chiamate un’ambulanza”, e crea un corso di formazione per giovani attori “Directing and Acting for Camera” che si concluderà nel 2015 con la creazione del terzo cortometraggio di Manfredi Russo, “La luna in mezzo al mare”. Partecipa a diverse rassegne e vetrine, tra cui il Festival di Sciacca dove il direttore Sino Caracappa ne approfitta per coinvolgerlo nella realizzazione di un cortometraggio in 72 ore sfidando altre squadre. Non vincerà, ma vedrà la luce il nuovo lavoro “Vampa di Core”. Nel giugno di quest’anno ha completato “Non c’è campo”, che è stato presentato alla giuria selezionatrice per il Festival di Venezia.

“Non c’è campo” è stato presentato alla giuria del Festival di Venezia.
L’anteprima è fissata per lunedì prossimo (4 luglio) alle 20,30 alla multisala Gaudium (via Damiani Almeyda 32), a Palermo. Prima di “Non c’è campo”, saranno proiettati sia “Chiamate un’ambulanza” che “Vampa di core”, precedente lavoro di Manfredi Russo, un corto di poco più di 8 minuti sul viaggio onirico di un turista con due amici alle Terme di Sciacca. Ingresso libero.