Via l’articolo 2 della legge regionale 6/2017 che prevede la decadenza di sindaco e giunta in caso di ritardi nell’approvazione del bilancio. E’ quanto discusso in un incontro a Palazzo dei Normanni, in una seduta allargata dei capigruppo dell’Ars e alla presenza del governo regionale, con lo stesso Rosario Crocetta, e dell’Anci Sicilia con Leoluca Orlando ed il suo vice Paolo Amenta.

Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone nel corso dell’incontro ha detto che “si troverà, attraverso la buona politica, una soluzione condivisa per procedere alla modifica della norma in questione”.

I sindaci tuttavia hanno mostrato preoccupazione “per la continua mortificazione del ruolo delle autonomie locali, la norma della leggere regionale 35/97, di fatto, snatura i rapporti politico-istituzionali all’interno dei consigli comunali. Non si può trasformare la volontà degli elettori in una sorta di continuo Risiko”.

Proprio nei giorni scorsi il Tar ha accolto il ricorso del sindaco di San Piero Patti, Ornella Trovato, che si era rivolta alla giustizia amministrativa dopo essere stata dichiarata decaduta dalla legge in questione. Una decisione, quella dei giudici, che per Forza Italia è sembrata ‘una bocciatura’ per la maggioranza ed il governo regionale.

Il dietrofront, però, adesso fa esultare proprio il Pd:  “E’ stata apprezzata la nostra proposta di cancellare la norma che prevede la decadenza in caso di mancata approvazione del Bilancio e di sospendere le diffide già notificate ai sindaci essendoci i presupposti di fatto e di diritto per tale sospensione”, dicono il presidente del gruppo dem all’Ars Alice Anselmo e il vicepresidente Giovanni Panepinto.

“Siamo comunque soddisfatti! – dice invece il capogruppo Ncd-Ap, Nino D’Asero – Il governo e la maggioranza hanno recepito il senso del nostro emendamento depositato dal collega Giovanni Lo Sciuto e anch’essi propongono di cancellare l’art. 2 della lr 6/2017 che noi avevamo già definito miopia politico-giuridica”.

Secondo D’Asero si tratta di “un atto dovuto anche perché più della metà dei Comuni siciliani approva oltre i termini i bilanci a causa dei ritardi nei trasferimenti perpetrati dalla Regione stessa”.