Ancora furti all’ospedale Policlinico Giaccone di Palermo, ma forse adesso un medico in servizio è riuscito a vedere uno dei ladri.

Nell’ultimo raid sono stati rovistati due laboratori uno dei quali dove vengono esaminati i tamponi dei sospetti casi di Covid 19 di tutta la Sicilia occidentale. Sono stati scassinati gli armadietti del personale e di stanno verificando eventuali danni a monitor e apparecchiature, che non dovrebbero essere stati compromessi.

Sono stati di nuovo svaligiati gli armadietti degli spogliatoi del reparto di Chirurgia plastica e poi in altri due piani ha forzato e portato via le monete da due distributori di bevande e merende.

Tutto in una notte, la quarta di seguito in cui vengono denunciati i furti. A indagare sugli assalti al policlinico ci sono carabinieri e polizia. Adesso, però, le forze dell’ordine hanno il volto di uno dei giovani.

“A nome di ogni singolo medico, infermiere e altro operatore sanitario chiediamo ai cittadini, alle istituzioni e alle forze dell’ordine: aiutamoli ad aiutare gli altri, con pazienza e gratitudine per il loro lavoro umanamente e professionalmente straordinario, ma anche denunciando, controllando e indagando serratamente sugli sciacalli che rubano negli ospedali quei pochi dispositivi di protezione individuale disponibili, necessari a salvare i malati da coronavirus e chi gli può salvare la vita. Invitiamo le forze dell’ordine, altrettanto impegnati in prima linea ed esposti agli stessi rischi di contagio, a controlli serratissimi in tutte le strutture ospedaliere per scongiurare altri furti, ma anche ad indagare sulla provenienza delle mascherine di cui ogni cittadino (a buon diritto) sembra essere dotato. Eppure sono introvabili anche per chi sta in trincea districandosi a mani nude e viso scoperto tra migliaia di pazienti potenzialmente positivi. E’ umanamente insostenibile”.

Così il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, consigliere del comitato centrale nazionale e coordinatore della commissione per la sicurezza della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordine dei medici).

“Bene l’inasprimento delle regole del presidente della Regione Musumeci – prosegue Amato – perché la settimana ci ha già consegnato una mappa di diffusione del Covid19 in aumento con una incidenza dei soggetti positivi superiore alla media nazionale. Sono giorni cruciali per preservare la Sicilia da un contagio esponenziale. Condividiamo perciò l’utilizzo dell’esercito in Sicilia, il divieto di attività all’aperto e la chiusura di tutti gli alimentari la domenica, lasciando aperte solo edicole e farmacie, ma sarebbe utile estendere l’ordinanza anche a tutte le tabaccherie che non svolgono servizi di pubblica utilità, i cittadini comprenderanno. L’unico modo per contenere il contagio è che i 5 milioni di siciliani osservino senza deroghe le direttive regionali e ministeriali, e che medici, infermieri e personale sanitario, unici testimoni reali dell’emergenza epidemiologica, siano protetti e non si infettino. Oltre alla prevenzione dello sciacallaggio di Dpi serve una distribuzione più capillare dei kit di sicurezza, che vanno assegnati con grande urgenza anche ai pediatri di libera scelta, ai medici di famiglia e di continuità assistenziale perché come già sappiamo è lì che il virus può fare molte vittime, non solo negli ospedali”.

“Il momento è difficilissimo e richiede unità di azione. Istituire una cabina di regia regionale per la gestione dell’emergenza e un team scientifico a supporto è stata un’operazione di buon senso – sottolinea il presidente dell’Omceo – . Fortunatamente oggi ne facciamo parte per esprimere le criticità primarie e profonde di tutti gli operatori sanitari e dei medici di cui siamo pienamente responsabili. Siamo certi che la presenza dell’Omceo di Palermo potrà essere mutuata a stretto giro per tutti gli ordini provinciali in modo da trovare soluzioni aderenti alla gravità della situazione di ogni territorio”.

Articoli correlati