Sconcerto, incredulità e condanna dei medici siciliani alla notizia diffusa dal Corriere del Trentino di un marocchino senza permesso di soggiorno, andato per cure in un pronto soccorso della provincia, dove non è stato visitato dal personale di turno ma segnalato da un medico alle forze dell’ordine perché irregolare sul territorio italiano. Sembra che prima di arrivare in ospedale, l’uomo era già stato rifiutato dal medico di famiglia, sempre a causa del permesso di soggiorno scaduto.
“Nel nostro Paese nessun tipo di distinzione consente a un medico di negare le cure a qualcuno perché il diritto alla salute è sacro e garantito dalla nostra Costituzione. Libertà e indipendenza sono due requisiti irrinunciabili nella professione”, ha detto il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Palermo Toti Amato, ricordando che “compito del medico è difendere la vita, la salute e la dignità della persona in qualunque condizione istituzionale e sociale ci si trovi”.
“Un episodio inverosimile. Se confermato, il comportamento del medico costituirebbe una violazione di legge e una grave inosservanza del codice deontologico della professione” ha detto invece il vicepresidente dell’Omceo Giovanni Merlino. Spiegando poi che “gli stranieri in Italia, anche se privi di qualsiasi documento, hanno diritto a cure ospedaliere e ambulatoriali urgenti ed essenziali, assicurati anche dai codici Stp (Straniero temporaneamente presente) o Eni (Europeo non iscritto)”.
“Una tutela ribadita con chiarezza – ha precisato Merlino – anche da una circolare ministeriale del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione (n. 12/09 del 27 novembre 2009 prot. n. 780), che oltre a regolare l’assistenza agli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale, vieta ai medici di segnalare gli irregolari che chiedono di essere curati, salvo il caso in cui il personale sanitario sia tenuto all’obbligo del referto, ma questo accade anche per i cittadini italiani”.
“La medicina non è, e non deve essere, né di sinistra né di destra, né sovranista né internazionalista. La medicina è, e deve essere, umana”, ha concluso Merlino.
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