“Ho deciso di fare uccidere mia zia perché da sempre mi ha maltrattato. Sin da bambina mi faceva mangiare gli scarafaggi e mi faceva lavare i denti dopo aver bagnato lo spazzolino nell’acqua del water”.
E’ il racconto che Maria Francesca Castronovo ha fatto ai carabinieri. Dal letto dell’ospedale Civico dove è ricoverata ha raccontato ai militari dove è stato gettato il corpo e chi ha avrebbe commesso l’omicidio. Da qualche mese aveva deciso di eliminare la zia.
Così è andata nel mercato Ballarò e ha contattato un giovane che conosceva l’ivoriano Guy Morel Diehi. Il secondo il maliano Toumani Soukouna non lo aveva mai visto. All’omicidio non avrebbe assistito. Avrebbe visto la zia, Angela Maria Corona, solo dopo che era stata strangolata e chiusa in sacco. Insieme ad uno dei due presunti sicari avrebbe caricato il corpo della zia sulla sua Citroen e gettata nel dirupo.
“La mia assistita – dice l’avvocato Francesca Maria D’Amico – ha collaborato con gli inquirenti aiutando i carabinieri a ritrovare il corpo. Si sarebbe pentita di avere ucciso la zia tanto da tentare il suicidio”. Dopo l’omicidio Maria Francesca Castronovo avrebbe chiesto ad uno dei due giovani arrestati di ucciderla. Una bombola di gas e una tanica di benzina sarebbero state infilate nell’auto con la donna dentro.
Fortunatamente il fidanzato della donna, come ha raccontato la nipote ai militari, è riuscita a liberarla prima che l’auto scoppiasse. Tutto è avvenuto vicino al cimitero di Bagheria. Le ustioni sul corpo sono provocate dal rogo dell’auto. Per la donna e i suoi presunti complici, il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ed il sostituto Daniele Di Maggio, che coordinano le indagini, hanno chiesto ed ottenuto dal gip la custodia cautelare in carcere. Gli interrogatorio di garanzia si terranno lunedì.
Maria Francesca Castronovo avrebbe consegnato 15 mila euro circa per uccidere la zia. I soldi sono stati trovati dai carabinieri nel corso della perquisizione in casa di Guy Morel Diehi l’ivoriano che la donna avrebbe pagato insieme al Toumani Soukouna per uccidere la zia.
Secondo quanto accertato dai carabinieri Angela Maria Corona sarebbe stata strangolata, poi messa in un sacco e buttata in un dirupo lungo la strada provinciale 16 che collega Bagheria e Casteldaccia.
Il corpo sarebbe stato dilaniato dagli animali randagi, non si troverebbero alcuni parti del corpo tra cui la testa e parte del busto. Ancora l’autopsia sul corpo della donna non è stata eseguita. La nipote e i due presunti sicari sono accusati di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.
Oggi la svolta con la ricostruzione dell’omicidio di Angela Maria Corona.
I carabinieri hanno dato esecuzione, ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Termini Imerese nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili, in concorso morale e materiale tra loro, dell’omicidio di Angela Maria Corona e del successivo occultamento del cadavere.
La donna è stata uccisa nei giorni a ridosso di Pasquetta e il corpo è stato gettato in un dirupo nei pressi della provinciale 16 che collega Bagheria e Casteldaccia.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, coordinati dalla procura di Termini Imerese, la nipote della vittima avrebbe assoldato due sicari affinché, dietro corresponsione di un prezzo, l’aiutassero ad uccidere Angela Maria Corona ed a occultarne il cadavere.
Ad essere stati arrestati la nipote Maria Francesca Castronovo, 39 anni, Guy Morel Diehi, ivoriano di 23 anni e Toumani Soukouna, maliano di 28 anni.
L’omicidio di Angela Maria Corona sarebbe avvenuto, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Bagheria, martedì 14. La donna sarebbe stata strangolata e poi infilata in un sacco e gettata nel dirupo. Secondo quanto ha detto la nipote avrebbe ucciso la zia perché da sempre maltrattata nonostante accudisse il nonno, padre della vittima.
Ha confessato di avere ucciso la zia Angela Maria Corona perché veniva da tempo maltrattata. E lo ha fatto in concorso con altri due giovani, un maliano e un ivoriano che vivono a Palermo. I sospetti dei carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati dal pm Daniele Di Maggio e del procuratore di Termini Ambrogio Cartosio, erano caduti quasi subito su Maria Francesca Castronovo.
Il compagno e altri testimoni avevano raccontato di continui dissidi tra la zia e la nipote. I militari dopo avere scoperto il corpo della vittima hanno rintracciato la nipote al centro Grandi Ustionati dell’ospedale Civico. E’ stata ricoverata poco dopo il delitto con alcune bruciature alle gambe.
Secondo alcuni testimoni le ustioni di secondo grado sarebbero state provocate dalla zia che le avrebbe lanciato dell’acqua bollente, secondo la giovane le ustioni sarebbero state provocate dall’incendio della sua macchina. Auto andata in fiamme nei pressi del cimitero di Bagheria. I carabinieri con la consulenza dei vigili del fuoco hanno accertato che il rogo era doloso.
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