Si torna a sparare a Belmonte Mezzagno. centro in provincia di Palermo che in questi mesi è stato teatro di una lunga scia di sangue: tre omicidi e un tentato omicidio.
Questa mattina, è stato freddato a colpi di arma da fuoco Agostino Alessandro Migliore, 45 anni, fratello di Giovanni Salvatore, un boss arrestato nell’operazione “Cupola 2.0”, quella che ha bloccato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra.
E’ stato ucciso dentro la sua Audi A4 in via Palmiro Togliatti.
Giovanni Migliore è ritenuto uomo di fiducia del boss Filippo Bisconti, che fino al dicembre 2018 ha retto il mandamento, poi Bisconti ha scelto di collaborare con la giustizia. E nel clan è stato un terremoto, che ha ancora nuove scosse, nonostante un blitz dei carabinieri e della procura distrettuale antimafia che a metà gennaio ha arrestato il nuovo capo del mandamento di Belmonte, Salvatore Tumminia.
In libertà c’è però uno squadrone della morte che sta proseguendo le vendette disposte da Cosa nostra.
Agostino Alessandro Migliore gestiva un supermercato a Belmonte Mezzagno, è stato affrontato sotto casa dai killer. Non ha avuto scampo.
A dicembre, i killer hanno sparato in mezzo alla gente, nel corso principale, per tentare di uccidere l’imprenditore edile Giuseppe Benigno. “Qui, tutti hanno paura di un drammatico ritorno a vent’anni fa — ci raccontò il giorno dopo il sindaco del paese, Salvatore Pizzo — però, non possiamo arrenderci alla violenza”.
Ma i killer non si sono fermati. Quello di stamattina è il quarto episodio nel giro di un anno: il 10 gennaio 2019, venne assassinato Vincenzo Greco, il genero del boss Casella; l’8 maggio, i sicari freddarono il commercialista Antonio Di Liberto, fratello dell’ex sindaco e cugino del pentito Bisconti. Poi, il raid in pieno centro contro un imprenditore. Per magistrati e investigatori, un vero rompicapo.
Fra le ipotesi al vaglio di chi indaga, non c’è solo la vendetta contro le persone più vicine al boss pentito, ma il riacuirsi di una vecchia faida fra due gruppi. Di sicuro, Belmonte resta una “terra di mezzo”, fra la città e l’entroterra, dove si incontrano mafiosi anche di altri mandamenti. In ballo, c’è il governo della nuova Cosa nostra, che sembra tutt’altro che fiaccata da arresti e sequestri che si susseguono. Il grande affare è nuovamente quello della droga.
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