Alla sbarra fedelissimi delle cosche palermitane

Operazione Apocalisse, oltre un secolo di condanne in cassazione alle famiglie mafiose

La corte di cassazione ha  emesso la sentenza per uno dei processi alla mafia palermitana nato dall’operazione Apocalisse. Dieci sono le condanne definitive nell’indagine sulle cosche palermitane di Tommaso Natale, Resuttana, Partanna Mondello, San Lorenzo e Acquasanta.

Nomi e condanne

Condanna definitiva per Domenico Barone, 13 anni e mezzo, Giuseppe Calvaruso, 17 anni e 10 mesi, Girolamo D’Alessandro, 2 anni e 8 mesi, Ignazio Di Maria, 14 anni e mezzo, Salvatore D’Urso, 16 anni, Sebastiano Filingeri, 16 anni, Girolamo Taormina, 13 anni, Agostino Matassa, 14 anni e mezzo, Francesco La Barbera, 7 anni e Giuseppe Faraone, 4 anni e mezzo, quest’ultimo ex assessore alla Provincia e consigliere comunale.

Una sola condanna annullata

Solo la condanna per Giuseppe Messia, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino, è stata  annullata con rinvio. Si dovrà celebrare un nuovo processo, in appello era stato condannato a sette anni. E’ stato assolto Camillo Graziano, 54 anni, in primo grado era stato condannato a 15 anni. In appello Graziano, difeso dagli avvocati Loredana Lo Cascio e Raffaele Bonsignore, era stato assolto.

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Nel 2019 l’altro troncone con altre condanne

Già nel 2019 ci furono le prime condanne definitive nell’ambito di un altro troncone delle indagini sulle famiglie mafiose palermitane. Anche lì resse l’accusa, con qualche annullamento per la rideterminazione della pena. La Suprema Corte aveva sostanzialmente confermato le condanne a circa 4 secoli di carcere inflitte in appello. Cinquantotto furono all’epoca i condannati tra boss, estorsori e gregari mafiosi. In appello erano stati 63 e 27 gli assolti. Alla sbarra nomi di spicco delle cosche come il boss dell’Acquasanta Vito Galatolo, che ha avuto 15 anni e 6 mesi, e il fratello dell’autista di Totò Riina, Girolamo Biondino, condannato a 13 anni e 8 mesi.

Da dove sono nati i processi

I vari processi nascono da due blitz della Dda di Palermo del 2014 e del 2015 che ricostruirono la mappa dei clan e i vertici dei mandamenti di Tommaso Natale e San Lorenzo e della cosca dell’Acquasanta.

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