Il giudice per l’udienza preliminare di Messina ha condannato 27 persone con rito abbreviato nell’ambito del processo nato dall’operazione denominata “Provinciale” che colpì i componenti dei clan De Luca, Lo Duca e Sparacio che si spartiscono la zona centro sud della città. I condannati erano accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, lesioni aggravate, detenzione e porto illegale di armi, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I nomi e le condanne

Condannati a 20 anni i boss Salvatore Sparacio, Giovanni De Luca, Giovanni Lo Duca, Vincenzo Gangemi; 16 anni ad Emmanuele Balsamo e Ugo Ciampi, 15 anni per Francesco Puleo e Domenico Romano, 13 anni per Giovanni Tortorella, 12 anni per Tyron De Francesco e Giuseppe Marr,a 11 anni per Mario Alibrandi, Antonio Scavuzzo e Giuseppe Surace,10 anni e 8 mesi ad Anna Lo Duca, 9 anni a Kevin Schepis, 8 anni per Emanuele Laganà, Domenico Mazzitello, Mario Orlando, Ernesto Paone, Maria Puleo, 4 anni a Francesco Sollima, 2 anni e 2 mesi per Antonino Soffli, Letterio Cuscinà e Carlo Cafarella, 2 anni e 4 mesi per Antonina Cariol,o 8 mesi per Graziella La Maestra e Rossella De Luca (pena sospesa). Il blitz con gli arresti di carabinieri, polizia e guardia di Finanza scattò ad aprile scorso.

L’operazione dell’aprile scorso

L’operazione è il risultato di diverse attività di indagine svolte dal nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Messina, del Gico della guardia di finanza e della squadra mobile, coordinate dalla Dda, che hanno consentito di svelare gli organigrammi e gli affari dei clan nelle estorsioni, nel traffico di droga e nel controllo di attività economiche nel campo della ristorazione e delle scommesse. In particolare, le indagini dei carabinieri hanno riguardato la cosca mafiosa che controlla il rione messinese di “Provinciale” capeggiata dal boss Giovanni Lo Duca e hanno portato al sequestro di un bar utilizzato come base logistica dal clan.

Il controllo delle attività economiche

Le indagini della guardia di finanza hanno colpito le attività del gruppo criminale con al vertice Salvatore Sparacio, nel rione “Fondo Pugliatti”, documentando il controllo di attività economiche e portando al sequestro di una impresa del settore del gioco e delle scommesse. Al centro dell’inchiesta della questura c’era invece il clan guidato da Giovanni De Luca, radicato nel rione di “Maregrosso” e da sempre attivo nel controllo della security ai locali notturni e nel traffico di droga.

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