Tra gli arrestati nell’operazione contro la pedopornografia a Palermo c’è un pensionato di 80 anni che ha lavorato in un’azienda partecipata a Palermo e uno studente di 20 anni. A casa del giovane quando hanno bussato gli agenti di polizia della polizia postale, la madre si è sentita male non appena ha sentito le contestazioni mosse e al figlio.
E’ stata soccorsa dai sanitari del 118. In casa di uno cinque arrestati sono stati trovati 50 mila file, in un altro 25 mila. Un’indagine denominata “Parabantes”, coordinata dalla Procura di Palermo che si è basata sulla ricerca nel dark web di chi cerca materiale pedopornografico. Una volta identificato l’indirizzo Ip si risale e scattano le perquisizioni. Per lo più gli indagati sono tutti palermitani, due soli si trovano in provincia uno a Terrasini e uno a Carini.
Le otto persone coinvolte nell’inchiesta non hanno legami tra loro e per questo sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire anche la loro rete di contatti. Adesso scattano le indagini per risalire alle vittime, si cerca di individuarle per accertare chi sono i violentatori e cercare di tutelare i bimbi. Sono bimbi di ogni parte del mondo, soprattutto asiatici e africani, ma anche europei e americani. Per gli investigatori in queste indagini delicate sono davvero difficili da superare le immagini, i video che ritraggono le violenze, ma soprattutto l’audio dei filmati. Orrore su orrore.
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