Potrebbe tornare a breve il sereno all’Orchestra Sinfonica Siciliana, c’è l’impegno del governo regionale.

L’assessore Amata ha incontrato i sindacati

Entro il 10 febbraio verrà nominato il nuovo consiglio di amministrazione della Foss, la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. È questo l’impegno assunto dall’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, che stamane ha ricevuto in assessorato i vertici regionali e aziendali di categoria dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials.

Amata: “Nuovo Cda e verifica periodica sul raggiungimento degli obiettivi”

“Un incontro sereno e cordiale – sottolinea Amata – per comprendere le criticità croniche che attanagliano la Fondazione, ma soprattutto individuare le soluzioni che il cda dovrà mettere in campo. In tal senso, sarà mia cura dare un preciso mandato al prossimo consiglio di amministrazione affinché periodicamente avvenga una verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati”.

Come vengono nominati i componenti del Cda

Dei cinque componenti del cda, due verranno nominati dall’assessore al Turismo e uno ciascuno dal presidente della Regione, dal sindaco di Palermo e dagli stessi lavoratori. Le procedure per la designazione dei componenti che saranno indicati dal Comune e dai dipendenti della Foss sono già state attivate.

Schifani: “Massima attenzione alla Foss, disagi e proteste saranno un ricordo”

“Avevo già assicurato – aggiunge il presidente della Regione Renato Schifani – la grande attenzione che il mio governo riserva alle problematiche della Fondazione, assumendo l’impegno di cercare soluzioni possibili, compatibilmente con le norme e con le risorse esistenti. L’interlocuzione avviata stamane dall’assessore Amata con i sindacati va in questa direzione e mira ad affrontare e risolvere in maniera concreta i problemi che affliggono una prestigiosa istituzione culturale che dà lustro al mondo artistico siciliano. Auspico che a breve i disagi e i motivi della protesta intrapresa dai lavoratori della Fondazione siano soltanto un lontano ricordo”.

La ‘guerra’ all’Orchestra Sinfonica Siciliana

E’ guerra aperta all’Orchestra sinfonica siciliana. Una guerra fra la struttura commissariale dell’ente e i sindacati ma una guerra anche fra l’organizzazione della Fondazione e il mondo dell’informazione.

Il duro comunicato della Fondazione

Indetto senza alcuna assemblea dei lavoratori e con un’azione unilaterale dei sindacati, conseguente alla proclamazione dello stato di agitazione, lo sciopero che ha portato alla cancellazione dei due concerti previsti venerdì 27 e sabato 28 gennaio 2023 ha visto una partecipazione scarsissima di lavoratori. Solo 32 su 132, tra stabili e scritturati vi hanno preso parte. E la percentuale non cambia se si considerano solo i lavoratori stabili. Questo quanto scrive la fondazione in un lungo comunicato stampa sul quale parte la prima battaglia.
Sono i giornalisti a contestare la nota priva di firma da parte di un professionista incaricato. Una contestazione alla quale la Fondazione replica sostenendo di non aver alcun obbligo di trasparenza circa il redattore del comunicato e anticipa la successiva probabile contestazione sostenendo di avere in organico molti professionisti dell’informazione che operano a più mani.

“Danno economico e d’immagine”

La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana denuncia il danno economico subito. “In soli due giorni di sciopero” si sarebbe causata “la perdita di oltre 60.000 euro per la FOSS, tra cachet comunque dovuti agli artisti, costi dei service per la registrazione per la Rai, rimborso dei biglietti già venduti, ecc”. Secondo la Foss “la gran parte dei lavoratori, oltre il 75%, non condivide evidentemente le motivazioni addotte dai sindacati e non prende parte agli scioperi. Alle 21 di venerdì sera decine di professori e professoresse dell’orchestra si sono regolarmente recate in teatro, firmando la loro non adesione”.
E ancora sottolineano dalla Foss, “I rappresentanti sindacali non hanno dunque agito rappresentando né la totalità dei lavoratori, né una percentuale che si avvicina alla maggioranza di loro, stante l’adesione allo sciopero di meno del 25% dei lavoratori totali della Fondazione. Lo sciopero ha determinato, oltre ad un ingente danno economico per la Fondazione, anche un danno d’immagine, contestuale, per di più, alle gravi lamentele da parte degli abbonati”.

Ma i sindacati non ci stanno

Ma i sindacati non ci stanno e contestano i numeri dalla FOSS, “secondo i dati in nostro possesso comunicati dai lavoratori, la partecipazione è stata indubbiamente massiccia tra i professori d’orchestra a tempo indeterminato iscritti alle 4 sigle sindacali mentre per i lavoratori precari la percentuale si abbassa notevolmente a causa – probabilmente – delle ripetute “pressioni” da parte della direzione nei confronti dei più deboli, proprio di coloro i quali invece il Sindacato chiede un investimento per il loro futuro e dunque dell’Orchestra”.
Dunque adesione massiccia ma pressioni sui precari per farli lavorare lo stesso, è l’accusa mossa ai vertici. “Ultima pressione, in ordine cronologico, le continue telefonate dirette proprio a quei professori d’orchestra con contratto a tempo determinato ove veniva fatta richiesta di esprimersi in merito alla partecipazione o meno all’azione di protesta. Condotta questa che, assieme ad altre, è al vaglio degli uffici legali del Sindacato per un’eventuale denuncia per condotta antisindacale nei confronti del Sovrintendente Francesco Di Mauro ai sensi dell’art. 28 L.300/70 Statuto dei Lavoratori” scrivono in una nota congiunta SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, FIALS-CISAL.

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