Oggi e domani Palermo diventa capitale Europea dei diritti dei Migranti. Il sindaco Leoluca Orlando ieri ha presentato l’iniziativa “From the sea to the city – A conference of Cities for a Welcoming Europe”, una conferenza fra diversi sindaci europei, organizzata dal network di organizzazioni provenienti dalla società civile ed operanti in prima linea nella difesa per i diritti dei migranti.

Ma cosa è questa iniziativa. Ve lo spieghiamo in tre ‘capitoletti’ tratti dalle cronache di ieri e di oggi:

Da tutta Europa a Palermo

I sindaci di Postdam, Valencia, Barcellona, Amsterdam, Tirana, Atene, Tunisi, Monaco di Baviera, Marsiglia, Lampedusa, Bari, Bologna, solo per fare qualche esempio, in presenza o streaming, e altre importanti personalità religiose ed intellettuali europee, si incontreranno a Palermo, per sottoscrivere un documento comune che vuole essere un messaggio di concretezza ad un’Europa considerata dagli organizzatori dell’evento fumosa e inconcludente rispetto al problema dei migranti. Non solo città portuali, dunque, ma territori che vivono il tema dell’accoglienza e del confronto con i flussi migratori. Per scelta degli organizzatori non parteciperanno autorità nazionali, ma solo sindaci. Fra le proposte che saranno lanciate domani la nascita di un servizio civile europeo per il salvataggio di vite in mare.

La visita alla Sea Eye 4

E quello dell’accoglienza dei migranti è un tema che sta particolarmente a cuore a Leoluca Orlando. Questa mattina, il sindaco di Palermo, insieme a Mike Schubert, sindaco di Potsdam e Michelle Rubirola, vicesindaco di Marsiglia, ha fatto visita alla nave Sea Eye 4, di bandiera tedesca, ormeggiata al porto di Palermo e posta in fermo amministrativo il 5 giugno scorso dalla Guardia Costiera per verificare l’adeguatezza dell’imbarcazione alle norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale.

“Fermare il genocidio nel Mediterraneo”

Ha proseguito Orlando: “Si sta consumando un genocidio. Sarà difficile spiegare ai nostri nipoti che noi non sapevamo quello che stava accadendo. Sarà difficile dire ai nostri nipoti che bisognava sbrigare delle pratiche burocratiche. Mentre si sbrigano delle pratiche burocratiche, per le quali abbiamo grande rispetto, diciamo a coloro che sono responsabili di queste pratiche burocratiche che devono sapere che sulla loro coscienza c’è il fatto che una nave che potrebbe salvare vite umane è bloccata mentre noi ci attardiamo a discutere com’è possibile evitare il fermo amministrativo. Centinaia di esseri umani come noi muoiono nel Mediterraneo. Passatevi una mano sulla coscienza”.

Sacrosanto proteggere la vita ma ai palermitani chi ci pensa?

La reazione dei palermitani sui social a questa iniziativa è stata veemente. Spesso anche troppo, palesemente sopra le righe e in qualche caso ha travalicato anche i confini del lecito. Ma a questo punto è legittimo chiedersi il perché di tanto odio.

Non siamo convinti che il palermitano sia razzista nell’animo. Per carità ne esiste una frangia soprattutto nel substrato culturale paramafioso (si badi bene non nella mafia. Lì governano gli interessi criminali e i colori della pelle non contano se hai il giusto spessore criminale e rispetti regole e interessi) ma non si tratta della totalità ne della maggioranza.

Certo anche nelle fasce di cultura più elevata esiste il problema. E quello va condannato senza se e senza ma.

Ma la voce che vorremmo ascoltare oggi è quella che viene messa a tacere tacciandola di razzismo senza che sia il razzismo a muoverne le ragioni. Insomma è possibile che non si possano conciliare i diritti dei palermitani con  i diritti dei migranti? Le due cose devono essere contrapposte? Francamente non lo crediamo. Non deve essere così.

Quando la giornata dei diritti dei palermitani?

I diritti vanno tutelati, tutti! Allora quando tocca alla tutela dei diritti dei palermitani?. E, si badi bene, non si parla di diritti astratti o per ben pensanti.

Diritti semplici e concreti ed è anche facile individuarli senza tema di smentita: 1) il diritto alla pulizia della città; 2) il diritto ad una degna e celere sepoltura dei nostri morti; 3) il diritto alla mobilità sostenibile che sia essa dolce o ‘dura’ insomma con la bicicletta, col tram o con l’auto; 4) il diritto all’equità: va multato chi sbaglia che sia in auto, in bicicletta, in monopattino o a piedi; 5) Il diritto a tasse eque e per tutti.

Potremmo continuare l’elenco ma poi diventa complesso ma almeno fino al punto 4 sono cose essenziali e qualcuna anche realizzabile semplicemente (come l’equità, basta uscire dall’ideologia che il nemico è solo l’automobilista e guardare con occhi laici quel che accade in città).

C’è, poi, un altro diritto da tutelare, un diritto che è una medaglia a due facce. Il diritto al lavoro dei locali della movida e allo svago dei giovani che deve, però, essere anche diritto alla sicurezza per gli uni e per gli altri.

Ma forse il rapporto fra Orlando e i palermitani ormai è finito e oggi assomiglia più al rapporto tra due coniugi ormai divorziati ma costretti a frequentarsi che non smettono più di lanciarsi accuse e farsi dispetti a vicenda

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