Ad Altavilla Milicia si è fatto un salto indietro di oltre 500 anni, quando durante la Santa Inquisizione si scacciava il maligno con le torture, il ferro e il fuoco.

Atrocità su atrocità tanto che il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che nella sua lunga carriera ha coordinato le indagini di delitti efferati come quello di Roberta Riina a Partinico e Roberta Siragusa a Caccamo nel corso della conferenza stampa non nasconde tutta la sua commozione.

Le parole del procuratore

“Quando ci siamo trovati sulla scena della terribile tragedia è stato uno dei momenti più toccanti della mia vita – ha detto il procuratore – Vedere il cadavere di un ragazzo di 15 anni e di un bambino di cinque ridotti in quelle condizioni non è uno strazio che è possibile raccontare senza emozionarsi”.

Già perché in quella villetta ad Altavilla un mese si stava consumando un rito per scacciare il demonio. Con un crescendo che ha portato anche i figli a torturare la madre e poi il ragazzino più piccolo, fino all’adolescente Kevin. Fuoco, fiamme e spiedi di ferro incandescenti. La prima ad essere uccisa è stata la ragione, la madre, il demone più grosso per i tre invasati Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina che in una escalation di delirio mistico hanno provocato la morte di tre persone.

La prima vittima

La madre, Antonella Salamone, è stata la prima a comprendere che le torture sadiche non avevano nulla a che fare con la religione con i demoni. La prima su cui si è scatenata la ferocia dei tre che le hanno aizzato anche i figli. Tanto che la donna dopo essere stata uccisa è stata data alle fiamme. Poi è toccato al piccolo di 5 Emanuel. Infine a Kevin. A partecipare al rito anche la figlia di 17 anni anche lei adesso in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato in concorso nei confronti della madre e dei fratelli, nonché’ di occultamento del cadavere della madre.

E’ stata lei a raccontare quanto avvenuto in quei giorni in quella casa. Barreca avrebbe chiamato i carabinieri all’una e mezza di domenica. Avrebbe confessato i delitti commessi nella villetta. Per capire l’orrore di quanto accaduto agli inquirenti è bastato entrare dentro quelle stanze. Solo orrore sui corpi dei due figli. Crudeltà e sadismo. Nulla a che fare con la religione, con la fede. Solo pura violenza contro ancora una volta le donne e i minori che non riescono a difendersi dalle atrocità partorite dalla mente umana.

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