Ventitrè miliardi di euro. Tanto vale il bilancio di previsione 2017 della Regione siciliana. Centosessanta milioni serviranno per le esigenze del Parlamento siciliano. L’Ars li spenderà per il suo funzionamento fra pensioni, stipendi,. generi di consumo e fondi per i gruppi Parlamentari.
I vitalizi costeranno più dello scorso anno, a meno di tagli. Nel 2016 ci vollero 18 milioni, nel 2017 la previsione parla di 19 milioni e mezzo. Gli stipendi dei Parlamentari costeranno, invece, 16 milioni di euro. In bilancio anche i fondi per nuove assunzioni. I prepensionamenti, infatti, hanno lasciato scoperti ruoli necessari all’Ars e serviranno laureati in legge e in economia ma il Presidente Ardizzone ha già stoppato il presidente dei deputati questori Nino Oddo rinviando alla prossima legislatura il concorso per questioni di opportunità visto che stiamo ornai entrando nel semestre pre elettorale.
Ma tutti questi sono dati privi di significato politico. Nulla di tutto ciò ha senso fino a quando non si approverà la Finanziaria e con essa il bilancio definitivo. Quello approvato ieri sera, infatti, è poco più di un documento interno, una ipotesi di lavoro che sarà stravolta dalla Finanziaria e bisognerà adeguare con una seduta di giunta chiamata ‘di allineamento’ dopo l’approvazione dell’articolato e prima del voto finale. ieri l’Ars ha anche fatto una importante nomina (leggi qui) a margine dei lavori per la Finanziaria.
Una Finanziaria contesa e contestata visto che ancora si attende l’emendamento del governo che dovrebbe incidere significativamente sulla vicenda del disabili gravi ma soprattutto non c’è ancora conferma dell’arrivo, la prossima settimana, di un maxi emendamento modificativo del’impianto della norma.
In attesa di capirne di più i deputati hanno presentato 800 emendamenti modificativi dell’attuale documento finanziario. Qualcosa in meno del solito ma ciò non significa che si procederà spediti. Dipende, invece, dal fatto che la Finanziaria è stata sdoppiato trasferendo le norme contese nel disegno di legge collegato che Ardizzone vorrebbe portare in discussione a maggio dopo l’approvazione della Finanziaria. Ma il governo ha detto di no. Nel collegato ci sono i provvedimenti che Crocetta e compagni considerano essenziali come Riscossione Sicilia e norme sulla fusione Cas – Anas.
Oggi bisognerà sciogliere il nodo. Affrontare il collegato insieme alla Finanziaria allungando i tempi e intensificando lo contro o rinunciarvi e trattarlo in seguito? La soluzione potrebbe essere la terza via ovvero Ardizzone potrebbe autorizzare il prelievo di alcune norme dal collegato e il trasferimento di nuovo all’interno della Finanziaria.
In questo caso, però, potrebbe essere richiesta la riapertura de termini per gli emendamenti o il prelievo anche di emendamenti al collegato. Insomma il percorso non sembra lineare. Ma in fondo in questa legislatura non lo è mai stato
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