La camera ardente di Letizia Battaglia sarà allestita dalle ore 12 nell’atrio di Palazzo delle Aquile. Lo ha deciso il sindaco di Palermo di concerto con i familiari della fotografa ed ex assessora comunale. L’ingresso del pubblico sarà disciplinato secondo le direttive in materia sanitaria legate al Covid-19. Letizia Battaglia fotografa, testimone e narratrice con la sua macchina fotografica per decenni di fatti di cronaca e di mafia. Aveva 87 anni. Era malata da tempo ma nessuno credeva che avrebbe ceduto al tempo e agli acciacchi. È morta nella tarda serata di oggi. Irriverente, iconica, volutamente divisiva Letizia Battaglia ha lasciato il suo segno nella storia della fotografia, ma soprattutto di Palermo.

Tanti i messaggi in suo ricordo

«Con la sua macchina fotografica ha combattuto per tutta la vita contro mafia e ogni genere di malaffare. Ogni scatto, una denuncia potentissima e coraggiosa. Letizia Battaglia ha raccontato, senza false ipocrisie e fuori dagli schemi, gli anni più tragici e difficili di Palermo, della Sicilia, al mondo intero. Se ne va una grande artista, una donna profondamente innamorata della sua terra. Ai familiari le condoglianze mie e del governo regionale». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale per la lotta alla mafia, le sue fotografie hanno contribuito in modo determinante al racconto di un periodo complesso della nostra storia. L’Italia perde un simbolo della legalità”. Così su Facebook il Senatore IV Ernesto Magorno. “Addio a Letizia Battaglia. Una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile”. Lo dice il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

“Fotografa eccezionale, testimone della Palermo degli anni bui”

“Una donna e una fotografa eccezionale, testimone della Palermo buia e tetra segnata da stragi e omicidi e anche della Sicilia che faticosamente sta cercando di rialzarsi, affrancandosi dalla mafia: tutto questo era Letizia Battaglia, professionista e artista del vero, che il mondo ci invidiava”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, commentando la morte della famosa fotografa palermitana. “Ai familiari esprimo il cordoglio mio e del Parlamento siciliano”, ha concluso Miccichè. “Con Letizia Battaglia se ne va una poetessa. L’unica capace di raccontare, senza dover cercare inutili rime, una Palermo di speranza e disperata.” Lo ha detto Claudio Fava, commentando la scomparsa della fotografa, avvenuta ieri sera.

Profondo legame con la Sicilia

“Letizia Battaglia è stata una professionista unica, una fotografa capace di fissare per immagini le storie, spesso tragiche, che voleva raccontare. La nostra consapevolezza del passato passa per i suoi lavori, per la sua irripetibile capacità di esserci e di trovare le inquadrature che raccontano il tutto, che lasciano in chi osserva la consapevolezza dei momenti più toccanti legati alla cronaca. Il suo profondo legame con la Sicilia e con Palermo rimarrà per sempre”: così Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera. “Con grande dolore ci stringiamo alla famiglia di Letizia Battaglia, donna e professionista che con i suoi lavori ha dato lustro alla città di Palermo. Grande artista e reporter, conosciuta in tutto il mondo, con la potenza delle sue foto ha raccontato la lotta alla mafia. Ma è stata anche un modello di emancipazione femminile e adesso lascia un vuoto incolmabile”. Così il segretario generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti.

Chi era Letizia battaglia

Letizia Battaglia inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale palermitano L’Ora. Letizia si trova ad essere l’unica donna tra colleghi uomini. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Nel 1974 si trova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per informare l’opinione pubblica e scuotere le coscienze. Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi. Sono suoi gli scatti che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato Piersanti Mattarella.

Fotografa di fama internazionale

Nello stesso anno un suo scatto della “bambina con il pallone“ nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo. Sergio Mattarella, futuro Presidente della Repubblica, mentre sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinato. Diviene una fotografa di fama internazionale, ma non è solo “la fotografa della mafia”. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi dei bambini e delle donne, i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città dalle mille contraddizioni. Durante la mostra della fotografa nella piazza di Palermo, dove mette in mostra i suoi scatti sui padroni della Sicilia, nessuno osa avvicinarsi.

Foto simboliche della lotta antimafia

Negli anni ’80 crea il “laboratorio d’If”, dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani. Tra essi: la figlia Shobha, Mike Palazzotto e Salvo Fundarotto. L’omicidio del giudice Cesare Terranova, una delle fotografie di Letizia Battaglia divenute simboliche della lotta antimafia. Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est Europa, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta Passione, giustizia e libertà (lo stesso titolo di una sua mostra).

Espone al Palermo Pride

Dopo l’assassinio del giudice Falcone, il 23 maggio 1992, Letizia Battaglia si allontana dal mondo della fotografia, ormai stanca di avere a che fare con la violenza. Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata da una sua idea nel 1991. Battaglia si trasferisce nel 2003 a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione da cui si sentiva circondata, ma dopo 2 anni ritorna a Palermo. È solo nel 2011 che torna a esporre le sue opere in città, grazie a un’iniziativa del Palermo Pride.  Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders Palermo Shooting. Nel 2017 inaugura a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria.

Anche deputata all’Assemblea regionale siciliana

Nel 2019 inaugura a Venezia presso la Casa dei Tre Oci una grande mostra monografica retrospettiva di tutta la sua carriera. Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione “Giuseppe Impastato”. Si è occupata anche di politica a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. È stata consigliera comunale con i Verdi, assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Terminato l’incarico, lavora come consulente esterna per il carcere. Nel 1991 è eletta deputata all’Assemblea regionale siciliana con La Rete, nell’XI Legislatura. In questa legislatura è la vice presidente della Commissione Cultura. Nel 2012 si candida per Sel alle comunali, ma non viene eletta.

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