- “Il giuramento di Pan” è il titolo del libro dell’architetto ligure Gianluca Peluffo
- La presentazione a Palermo all’Oratorio Sant’Elena e Costantino
- Un testo rivoluzionario che fa riflettere sul ruolo dell’architettura oggi
Anche gli architetti, come i medici, dovrebbero prestare un giuramento, precisamente “Il giuramento di Pan”.
È questo il titolo del libro dell’architetto ligure Gianluca Peluffo, presentato all’Oratorio Sant’Elena e Costantino, oltre che dallo stesso autore, dal direttore della Fondazione Federico Federico II, Patrizia Monterosso, e da Maurizio Carta, docente dell’Università di Palermo.
Riflettere sul ruolo dell’architettura come strumento culturale
Peluffo è un architetto militante, noto per progetti innovativi come la moschea di Sokhna in Egitto, che ha avvertito l’esigenza di riflettere sul ruolo dell’architettura come strumento culturale per costruire un’interazione fra il cittadino e i luoghi che lo circondano, in un’ottica di collettività. Una vocazione politica in senso lato.
Pan e le connessioni fra l’uomo e la natura
“L’architetto – ha detto l’autore- dovrebbe giurare di perseguire la felicità delle persone. Pan è una figura mitologica che incarna le connessioni fra l’uomo e la natura ed è nel mito che si può seguire il ruolo storico e sociale dello spazio pubblico per eccellenza: il teatro greco. Qui il singolo diventa cittadino attraverso la catarsi. Il mito ci insegna, vedi l’esempio di Edipo, che la colpa originaria consiste nello sclerotizzarsi in una visione duale che non riesce a vedere la realtà nella sua complessità”.
L’impegno della Fondazione Federico II
La Fondazione Federico II prosegue il suo percorso di approfondimento culturale, declinato in diversi campi, il cui fil rouge è una visione multiforme e prospettica su ciò che ci circonda.
“Questo focus sull’architettura – ha spiegato Patrizia Monterosso – nasce sempre dalla ” lettura” del nostro Palazzo Reale le cui stratificazioni ci insegnano che non ci sono paradigmi dominanti. Ogni opera architettonica è il risultato di uno sguardo prospettico sulla realtà in cui è concepita. Se esistesse un paradigma assoluto sarebbe annullata quella fluidità fra materico e simbolico, di cui parla l’autore, con esiti nefasti. Ricordiamo gli scempi consumati quando accade che elementi architettonici siano espunti, perché ritenuti non ortodossi rispetto al modello dominante”.
Un testo rivoluzionario
“Il giuramento di Pan – ha detto Maurizio Carta – è un testo rivoluzionario nel senso proprio del termine perché guida il lettore verso una traiettoria attorno all’architettura, sedotti dalla sua forza gravitazionale”.
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