“Gli aumenti sono diventati proibitivo, c’è lo spettro di una crisi economica”. Il leader di Italexit Gianluigi Paragone ha incontrato questa mattina a Palermo una rappresentanza del mondo imprenditoriale del capoluogo siciliano. Commercianti che hanno raccontato le proprie esperienze economico-finanziarie, vissute in questo momento difficile per il paese. Tanti i temi sul tavolo: dal caro materie prime al caro bollette, passando per l’agenda politica regionale e nazionale.

Paragone: “Molte imprese chiuderanno

Il senatore di Italexit si è subito concentrato sull’attualità, in particolare sul caro bollette che sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese. “Sembra quasi che, a fronte di un Governo distratto rispetto ai temi reali che stanno affrontando gli imprenditori, ci ritroviamo con lo spettro di una nuova crisi economica. Da qui a fine anno, molte imprese chiuderanno. Molti lavoratori rischiano di rimanere a casa e le famiglie di scivolare in una cosiddetta povertà energetica. Bisogna mettere soldi. Lo deve fare il Governo, ma non sembra intenzionato a farlo. In Inghilterra hanno messo a disposizione 130 miliardi, la Germania 36 miliardi. L’Italia quanto ha messo? Zero. Ciò vuol dire che il peso di questa mancanza del Governo Draghi e della sua maggioranza ricadrà sulle spalle di famiglie ed imprenditori”.

“Aumenti proibitivi”

Incrementi in bolletta a volte decuplicati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Cifre che lo stesso Gianluigi Paragone ritiene insostenibili. “Dobbiamo dire che questo momento di grande difficoltà si somma ai precedenti. L’espressione ‘caro bollette’ non basta più. Gli aumenti c’erano già stati prima. Adesso sono diventati proibitivi. C’è una grande assenza di liquidità. Mi auguro che questa questione venga immediatamente affrontata”.

L’attacco alla Meloni: “Continuità di Mario Draghi”

Una soluzione che Paragone non vede all’orizzonte sul fronte della politica nazionale, dove invece prospetta una continuità politica rispetto al passato recente. “Purtroppo, constato che l’agenda Draghi è stata già consegnata a Giorgia Meloni. La stessa governerà secondo quanto stabilito dall’ex premier e dal presidente della Repubblica. E’ la solita guida con il pilota automatico. Sicuramente ci sarà continuità. Ursula Von Der Leyen l’altro giorno ha detto grazie a Meloni e Draghi l’Italia è più credibile. Strano, Giorgia Meloni si trovava all’opposizione. Quindi cosa ha fatto? Oppofinzione. Noi ci ritroviamo con colei che ambisce a guidare il governo del paese che si trova a ricevere l’agenda Draghi, il piano Colao e tutto quello che gli arriva dall’Europa. Ma davvero l’Europa ci sta aiutando?”.

Paragone non crede nell’Europa

Ed è proprio sulle istituzioni europee che il leader di Italexit concentra principalmente il suo attacco, sottolineando la sua posizione sull’attuale conflitto in essere in Ucraina. “Sento sempre la frase “speriamo che l’Europa ci aiuti”. Intanto, a furia di sperare, stiamo morendo. La guerra non l’hanno ingaggiato gli italiani. Quel che è certo è che proprio gli italiani stanno subendo gli effetti di una guerra che non hanno nè dichiarato, nè voluto”.

Sulle Regionali: “Non mi identifico con nessuno”

Parentesi finali sulle elezioni regionali in Sicilia. Appuntamento elettorale in calendario per il 25 settembre ma sul quale il leader di Italexit non ha simpatie particolari, nemmeno per gli underdogs. “Non mi identifico con nessun programma. Quelli che appaiono come outsider erano i primi, durante la pandemia, a cercare le persone da vaccinare, altrimenti li avrebbero esclusi dal lavoro. Non ho grande stima per queste persone. A tutti auguro una buona campagna elettorale, ma non è un contesto su cui ci misuriamo. Le persone che vedo in campo non sono degne della nostra attenzione, della nostra fiducia”.