Continua a tenere banco la vicenda dei contestati – e non potrebbe essere diversamente – parcheggi a pagamento all’Università di Palermo. Gli studenti dell’Ateneo si oppongono fermamente a quella che appare una sorta di tassa pensata solo per fare cassa sulle loro spalle.

Dallo scorso anno si susseguono proteste, anche clamorose (come quando cancellarono le strisce blu), assemblee, manifestazioni di dissenso. Ma niente, al Campus universitario i lavori continuano. Ci saranno varchi elettronici di accesso e cinque videocamere che controlleranno il traffico.

Gli studenti non si arrendono ed hanno realizzato una video-inchiesta, su modello del programma televisivo Le Iene, in cui ripercorrono la vicenda. Si sono calati per una volta nei panni da giornalisti ed hanno intervistato l’avvocato Francesco Leone, l’attuale rettore Fabrizio Micari e l’ex rettore Roberto Lagalla, chiamato in causa proprio perché era lui a guida dell’Università nel 2009, quando venne stipulata la convenzione tra l’Ateneo palermitano e l’Ati (associazione temporanea di imprese, ndr) che sta realizzando i parcheggi.

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Come spiega l’avvocato Leone nel servizio: “Non ho mai letto una convenzione tanto sbilanciata a favore di un’Ati. I soldi dei parcheggi, ovvero della sottoscrizione degli abbonamenti, non verranno incassati dall’Università ma dalle società che si sono aggiudicate l’appalto”.

Il parcheggio a pagamento peserà non poco sugli studenti. Il singolo ingresso alla cittadella costerà 1 euro l’ora per ogni macchina, 0,50 centesimi per i motori, l’abbonamento invece, sino a 50 euro per gli studenti e sino a 150 euro per i docenti.

Significative le parole dell’attuale rettore Micari: “Io una decisione del genere oggi non la prenderei. Certamente il campus è più ordinato, ma per il futuro immagino anche le piste ciclabili e più bus navetta”.

Non esattamente esaurienti invece le spiegazioni di Lagalla: “Ogni cosa va storicizzata – dice agli studenti – e nel 2009 avevamo una assoluta anarchia della mobilità e della sosta all’Università“.

L’ex rettore puntualizza poi, che l’ingresso a pagamento riguarda solo chi è dotato di automobile o moto e che l’università può essere raggiunta anche in altri modi. “Come?” Chiedono gli studenti, facendo presente la recente soppressione di molte linee autobus e il fatto che il neonato tram non prevede linee o fermate vicino al campus.
Lagalla insiste: “Non mi risulta che sia difficile arrivare all’Università”.

Gli studenti non sono d’accordo e continueranno a battersi per il loro diritto a muoversi liberamente all’interno della loro università.

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