Continua a tenere banco la vicenda dei contestati parcheggi a pagamento all’Università di Palermo.
Lo scorso anno gli studenti, protagonisti di una fragorosa protesta, avevano persino ‘cacciato’ l’allora rettore Lagalla e il sindaco Orlando dalla cittadella universitaria dove erano andati a seguire i lavori di installazione dei tornelli per il controllo degli accessi.
I lavori, interrotti per problemi legati alla ditta che deve realizzarli, sono ricominciati in questi giorni, e torna per gli studenti lo spauracchio parcheggi, oltre alla sensazione di frequentare una cittadella universitaria poco accogliente e dove il diritto allo studio viene sempre più spesso messo in discussione.
Gli studenti sanno bene che l’accesso alla cittadella universitaria va regolamentato, ma non certo consentendo il parcheggio solo a chi avrà i soldi per pagarlo.
Per questo, le associazioni Intesa Universitaria, RUM, UDU e Uni%cento dicono no al parcheggio a pagamento all’Università degli Studi di Palermo e hanno realizzato un video satirico pubblicato sulla pagina facebook NO Uniparking.
“Non si sa quando finiranno i lavori, come saranno organizzati i parcheggi e quanto si dovrà pagare. Noi siamo per la pedonalizzazione del campus, che certamente lo renderebbe più vivibile, ma essendo prevista una sola navetta per gli studenti non appare possibile. Bisogna trovare una soluzione che non ci penalizzi“, dice Elena Lentini della Rete Universitaria Mediterranea e membro del Consiglio di amministrazione dell’Università che tornerà a riunirsi in questi giorni e che affronterà nuovamente il problema parcheggi.
Intanto, nel video realizzato, gli studenti hanno provato ad immaginare – ma la realtà non sarà molto diversa – quanto accadrà alla cittadella universitaria: nessun posto auto garantito nemmeno per gli abbonati, file interminabili in viale delle Scienze, confusioni e malumori.
Di parcheggi a pagamento all’università di Palermo si inizia a parlare nel 2009. Nel frattempo sono cambiati sindaco ed anche rettore, ma il problema rimane, i dubbi anche.
Come chiarisce ancora Elena, ad esempio: “Nel documento del 2009 le fasce Isee erano 8, adesso sono salite a 24. Bisognerà fare tutto il riconteggio stabilendo quanto dovrà pagare ognuno”.
Ma siamo sicuri che si tratti di un provvedimento proprio necessario? Perché gli studenti motorizzati non devono avere libero accesso alla cittadella universitaria? Intanto tasse universitarie e spese di istruzione aumentano sempre più, determinando una situazione in cui sembra che studiare sia diventato un privilegio di pochi.
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