A quasi 8 anni dalla chiusura, nuove speranze per il Parco Cassarà, il polmone verde di Palermo chiuso dal 16 aprile 2014. «Al fine di verificare i passaggi necessari per l’utilizzo dello strumento “Geobonus” per la bonifica e la riapertura del Parco “Ninni Cassarà”, si è svolto a Palazzo delle Aquile l’incontro tra gli assessori Giusto Catania e Sergio Marino e il senatore Luca Briziarelli, vice presidente della Commissione Bicamerale Ecoreati ed estensore della proposta per valutare gli aspetti tecnici e la procedura da adottare». Lo rende noto il Comune di Palermo.

Il Geobonus

A margine dell’incontro il sindaco Leoluca Orlando ha ringraziato il senatore della disponibilità manifestata “per la risoluzione di un problema così sentito dalla comunità palermitana”.

L’incontro fa seguito alla riunione della III Commissione consiliare tenutasi nelle scorse settimane, dedicata al Parco Cassarà e all’approvazione all’unanimità della mozione da parte del Consiglio comunale. Alla luce della proposta avanzata dal senatore Briziarelli, si è convenuto che il progetto di recupero del Parco Cassarà possa diventare il primo caso nazionale di utilizzo del Geobonus e, contemporaneamente, un esempio di buona pratica amministrativa replicabile sul tutto il territorio nazionale.

Verso un protocollo d’intesa

Questo, oltre a risolvere un problema fondamentale per la città di Palermo, sia sul piano ambientale e di tutela della salute, assumerebbe anche un alto valore simbolico sul piano della lotta alla mafia. Il senatore Briziarelli ha sottolineato che, “al fine di valorizzare la corretta interlocuzione istituzionale, si è confrontato con tutti i parlamentari eletti a Palermo, che hanno condiviso l’iniziativa protesa alla riapertura del parco Cassarà”.

In attesa dell’imminente pubblicazione del decreto attuativo, l’Amministrazione comunale ha risposto positivamente alla richiesta di lavorare con il Ministero della transizione ecologica, Anci, associazione ambientaliste e associazioni di categoria per la stipula di un protocollo d’intesa che sostenga e promuova l’iniziativa.

Amella, “Bene Geobonus, impegno del M5S”

“Esprimo il mio apprezzamento per l’avvio dell’iter di riapertura del parco Cassarà con l’utilizzo dello strumento Geobonus propedeutico alla bonifica dall’area”. Lo dichiara la consigliera del Movimento 5 Stelle, Concetta Amella.

“Questo positivo scenario è la sintesi dell’impegno territoriale-ambientalistico del Movimento 5 Stelle e del proficuo lavoro svolto dalle associazioni ambientaliste e dalla Terza Commissione. L’apprezzamento va anche agli assessori all’Ambiente e al Verde, Catania e Marino per avere accolto le istanze del Consiglio oltre al senatore Luca Briziarelli, vice presidente della Commissione Bicamerale Ecoreati per la sensibilità dimostrata in questa materia. Il parco Cassarà, infatti, rappresenta una straordinaria area verde di riqualificazione della città a beneficio di tutti i cittadini che auspichiamo possano fruirne a breve”.

Caracausi, “Soddisfazione per l’iter intrapreso”

“Non posso che esprimere la mia soddisfazione per l’iter intrapreso dall’amministrazione comunale e la commissione Ecoreati del Senato per la riqualificazione del parco Cassarà dopo che la III Commissione consiliare e la IV Circoscrizione da anni chiedono interventi urgenti finalizzati alla riapertura del parco”. Lo dichiara Paolo Caracausi, presidente della III Commissione e consigliere di Italia Viva.

parco Cassarà

Paolo Caracausi

“L’incontro avvenuto tra il Sindaco, gli assessori Catania e Marino ed il Senatore Briziarelli sulla sinergia finalizzata ad attivare i fondi del Geobonus ci fanno ben sperare di arrivare alla attivazione dei fondi necessari per la bonifica. Mi auguro che così come prospettato il Parco Cassarà diventi il primo caso nazionale di utilizzo dei fondi del Geobonus ed esempio di buona pratica amministrativa”.

La storia del parco Cassarà

Un’area verde chiusa dal 16 aprile 2014, quando il polmone verde di Palermo fu posto sotto sequestro dalla Procura e il NOPA (Nucleo Operativo Protezione Ambientale della Polizia Municipale) appose i sigilli. Ben 28 ettari di terreno, costati 11 milioni di euro e inaugurati nel 2011 dall’ex sindaco Diego Cammarata.

Poi, dopo un servizio di Stefania Petyx per Striscia La Notizia si scoprì che sotto il manto erboso c’erano sepolte sostanze inquinanti pericolose: amianto, rifiuti industriali, metalli pesanti, cianuro e residui di cantieri edili.

Da qui la suddivisione in 3 in tre zone, in base alla gravità dell’inquinamento: una verde, estesa circa 15 ettari e accessibile da corso Pisani, e poi una rossa inibita al pubblico e una gialla, intermedia fra le due. Nella zona verde si è proceduto in diverse fasi alla rimozione manuale e meccanica dei materiali inquinanti.

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