Si va verso il processo nell’ambito dell’operazione dello scorso settembre nella zona di Partinico che portò a scoprire una casa di appuntamenti. La Procura ha notificato ai 6 indagati la chiusura delle indagini. Adesso il tribunale di Palermo sarà chiamato a fissare l’udienza preliminare per stabilire se rinviare a giudizio gli indagati.
Le accuse
Prostituzione minorile e atti sessuali con minore. Sono le accuse mosse dalla Procura di Palermo che ha delegato ai carabinieri una serie di indagini in un contesto da chiarire. I carabinieri della compagnia di Partinico hanno, così, eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 6 indagati. Originariamente 2 i destinatari della custodia cautelare in carcere, 2 degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e 2 dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Per tutti le accuse a vario titolo sono di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione nonché di atti sessuali con minore. Le misure cautelari eseguite tra le province di Palermo e Agrigento.
Oltre un anno di indagini
L’indagine è scattata nell’agosto 2021 e condotta fino al febbraio di quest’anno con l’ausilio di intercettazioni telefoniche. In questo modo i militari dell’arma, coordinati dalla Procura, hanno documentato come una ragazza minorenne fosse stata indotta dalla madre e dalla sorella ad avere rapporti sessuali, a pagamento. Ad emergere quindi la creazione di una casa di appuntamenti alimentata proprio dalle due donne. Quest’ultime, inoltre, avrebbero avuto l’appoggio di un loro familiare e di coloro che, dopo aver consumato atti sessuali con le donne, si sarebbero adoperati per organizzare incontri e procacciare loro ulteriori “clienti”.
Sei mesi fa una vicenda a Lascari finita con l’assoluzione
Ad aprile scorso si era conclusa con una assoluzione un’altra vicenda nel Palermitano. Una donna di Lascari, è stata assolta dall’accusa di aver indotto una minore alla prostituzione. La terza sezione penale collegiale del tribunale di Palermo l’ha assolta perché “il fatto non sussiste” secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia. L’imputata finì sotto processo perché accusata inizialmente dalla stessa ragazzina. Eppure proprio questa donna aveva fatto venir fuori la vicenda, denunciando tutto ai carabinieri.
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