La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine sul boss Vincenzo Spezia, fedelissimo del capomafia latitante Matteo Messina Denaro, accusato di violenza su minori e prostituzione minorile.
Il fascicolo è tornato alla direzione distrettuale antimafia
L’inchiesta, iniziata dai pm della Dda nell’ambito delle ricerche sul padrino di Castelvetrano, era stata trasmessa all’ufficio inquirente di Marsala per competenza territoriale. Nel corso delle indagini sarebbero emersi, però, anche casi di prostituzione minorile, reato di competenza della direzione distrettuale antimafia alla quale, dunque, il fascicolo è tornato.
A scoprire le violenze i carabinieri del Ros ascoltando le intercettazioni
A scoprire le violenze furono i carabinieri del Ros che, riascoltando le intercettazioni disposte a carico del boss, scoprirono gli abusi sui bambini. Condotte gravissime che indussero il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e la pm Francesca Dessì a disporre il fermo di Vincenzo Spezia.
Tre le vittime accertate
Tre le vittime accertate: due bambini e una bambina di 9 anni. Solo due maschietti vennero identificati e sottoposti a incidente probatorio durante il quale confermarono tutte le accuse a carico dell’uomo.
Spezia era stato scarcerato nel 2019
Vincenzo Spezia era stato scarcerato nell’estate del 2019 dopo aver scontato una condanna a 21 anni per droga e mafia. Da allora la Dda, visti gli strettissimi legali del boss con Messina Denaro, ha cominciato a intercettarlo. E riascoltando alcune registrazioni sono venuti fuori gli episodi di abusi. Una decina di incontri con tre bambini: due maschietti di 9 anni e una bambina più piccola.
Le violenze in campagne isolate
Spezia avrebbe completamente plagiato e carpito la fiducia di una delle piccole vittime. Le violenze sessuali sarebbero avvenute in campagne isolate, il boss, in una delle conversazioni, avrebbe detto alla vittima che l’avrebbe portata nella sua casa vicino al mare. Il bambino, secondo gli inquirenti, sarebbe stato psicologicamente condizionato dal boss.
Pagamento di prestazioni sessuali a ragazzine minorenni
Alle prime accuse si sono aggiunte quelle relative al pagamento di prestazioni sessuali a ragazzine minorenni. La procura di Palermo deve ora chiedere il rinvio a giudizio di Spezia. L’udienza preliminare dovrà concludersi entro la fine di aprile, pena la scadenza dei termini di custodia cautelare e la scarcerazione del boss.
Commenta con Facebook