Mancano certezze e prove concrete che effettivamente la distilleria Bertolino di Partinico, qualora delocalizzata, possa creare danni ad imprese agricole, strutture ricettive e ambiente nella nuova area dove è destinata ad allocarsi. E’ essenzialmente questo il leitmotiv che ha indotto il Cga a considerare inammissibile il ricorso presentato da alcuni esponenti del comitato “Partinico libera da ogni inquinamento” che mirava all’annullamento della variante urbanistica con cui Comune e Regione hanno autorizzato il trasferimento degli impianti dell’industria dall’attuale sito di viale dei Platani a quello di contrada Bosco-Sant’Anna.

Mancano le prove

Dopo il primo ricorso respinto dal Tar, il Cga ha confermato il pronunciamento di primo grado. La sezione giurisdizionale, presieduta da Rosanna de Nictolis, ha in parole povere evidenziato che il ricorso presentato è carente di “prove” che possano confermare l’effettivo danno arrecato al territorio e alle aziende che gravitano nell’area attorno a quella interessata dalla variante urbanistica. Non ha quindi retto la motivazione di chi si è appellato che aveva parlato di danno legato all’insediamento dell’industria con presunti danni legati a “deprezzamento degli immobili, salubrità dell’aria, paesaggio, ambiente e valori naturalistici e culturali”.

Terreni distanti

Secondo il consiglio di giustizia amministrativa ci sarebbe anche un problema sull’effettivo interesse degli appellanti, dal momento che i terreni di proprietà disterebbero dal sito dai 2 ai 9 chilometri. Proprio questa distanza metterebbe a sua volta in dubbio l’effettiva nocività dell’impianto e dei suoi fumi. Il tribunale amministrativo di secondo grado ha messo in evidenza che si doveva “dimostrare che l’intervento contestato abbia capacità di propagarsi sino a incidere negativamente sul fondo degli appellanti”.

L’eterna querelle sulla delocalizzazione

Anche a livello politico si è consumato un aspro scontro sull’iter di delocalizzazione della distilleria Bertolino. Da una parte l’allora formazione politica del sindaco Salvo Lo Biundo che aveva portato avanti l’iter della variante ritenendo necessario questo spostamento perché l’industria è incompatibile con l’attuale allocazione in viale dei Platani; dall’altra però altre forze politiche e ambientalisti che invece hanno evidenziato il danno potenziale che questa industria avrebbe causato qualora fosse stata spostata in contrada Bosco Sant’Anna.

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