Hanno continuato la loro truffa per percepire i fondi sul solare termico, due imprenditori di Partinico denunciati. E sono gli stessi che già erano finiti lo scorso anno nel mirino per una truffa identica. Semplicemente avevano cambiato i nomi delle imprese e il modus operandi per rendere più complicate eventuali indagini. Secondo i finanzieri del comando provinciale di Trapani avrebbero messo in atto “analoghe condotte fraudolente”. Tutte sempre finalizzate a percepire contributi dal cosiddetto “conto termico”. Si tratta di un fondo che sostiene l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.

Aveva proseguito come se nulla fosse

Nonostante il provvedimento nei loro confronti gli imprenditori avrebbero proseguito nelle condotte illecite. Avrebbero infatti, secondo le fiamme gialle, utilizzato altre 2 società apportando delle modifiche al “modus operandi”. Gli inquirenti sostengono che avrebbero reso maggiormente difficoltose le indagini degli inquirenti nell’individuazione del sistema di truffa. Alla fine l’obiettivo era però sempre quello. Trasmettevano al portale dedicato, una volta effettuata l’installazione del solare termico, i documenti necessari per mettere in atto la truffa. Sui quali, però, erano apposte firme apocrife, non essendo mai stati visionati o firmati dai clienti. Documenti che, per i finanzieri, erano stati predisposti ad hoc e firmati dalla società a loro insaputa. Prodotte anche fatture sostanzialmente false, perché indicanti importi decisamente gonfiati per conseguire il massimo incentivo possibile.

La novità in questa nuova truffa

L’elemento di novità adottato dagli indagati ha riguardato, invece, le modalità di pagamento del corrispettivo. Questo per evitare il rigetto di numerose istanze da parte del Gse. Quest’ultimo è infatti chiamato a controllare a campione le istanze pervenute anche attraverso interlocuzioni con gli istituti bancari per verificare la veridicità dei bonifici trasmessi. I due imprenditori prima si faceva dare dal cliente il corrispettivo pattuito per l’installazione degli impianti in contanti, con un importo decisamente inferiore rispetto a quello indicato in fattura. Poi creavano una ricevuta di bonifico bancario falsa, richiedevano al cliente di effettuare in modalità tracciabile il pagamento della quota indicata in fattura. Soldi che in buona parte ai clienti stessi venivano restituiti, in contanti o tramite bonifico bancario.

Il giro d’affari

Ad essere analizzati conti correnti societari e i documenti di 843 istanze inoltrate all’ente erogatore nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022. Ed è emerso che le società avrebbero conseguito incentivi non spettanti per un importo totale di quasi 2 milioni di euro. La possibilità di proporre impianti solari termici a un prezzo stracciato, oscillante tra i 300-400 euro, impraticabile in condizioni normali, era possibile solo in virtù degli incentivi ottenuti col sistema criminoso. Sequestrato il saldo di tutti i conti riconducibili ai responsabili e alle imprese da loro amministrate. Nel mirino anche immobili di loro proprietà per un valore corrispondente al profitto del reato. Sequestrato un intero complesso aziendale, affidato a un amministratore giudiziario.

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