Non ci sta a passare come un affarista che pur muovendosi nella legalità non ha scrupoli ambientali Patrizio Cinque il sindaco di Bagheria al centro delle polemiche all’indomani della richiesta di rinvio a giudizio a suo carico non tanto per il procedimento penale quanto per far parte della società che ha acquistato all’asta l’ecomostro di Aspra nel territorio del suo stesso comune. Una società con altri pentastellati ma che nulla ha a che vedere con la politica.

“Mi fa piacere constatare che l’opposizione ha a cuore i miei investimenti privati, che risalgono a circa un anno fa, vicenda nella quale ho una piccola partecipazione – dice Cinque a BlogSicilia -. Chissà perché pur essendo già da tempo noto, l’investimento privato finisce sui giornali quando questa amministrazione decide la demolizione di oltre 50 edifici abusivi sulla costa”.

Cinque, dunque, non si limita a difendersi ma attacca raccontando dei provvedimenti anti abusivi della sua amministrazione prima di entrare nella vicenda ecomostro “L’ecomostro era all’asta giudiziaria e sono stato invitato all’investimento privato che non riguarda la gestione della cosa pubblica ma ovviamente era un dato pubblico perché presente, per la trasparenza, nel mio stato patrimoniale. Dunque nessun mistero. L’immobile, acquistato mediante asta pubblica, dopo due tentativi a vuoto, è stato aggiudicato dalla nostra società costituita da privati cittadini ed ha tutte le autorizzazioni già dal ‘65 e non può essere demolito, eccetto in alcune sue parti. Cosa che naturalmente la società è intenzionata a fare, nella massima trasparenza e legalità”.

E Cinque non ci sta nemmeno alla polemica ‘etica’ ambientalista “Il mio intento, – sottolinea – sia come sindaco che come cittadino, è sempre e comunque valorizzare e riqualificare il territorio. Volevamo acquisire l’area e demolire ma, appreso che l’immobile è stato realizzato prima del ’76, ci siamo determinati a capire in che modo riqualificarlo, eliminando quel che va demolito e immaginando anche una possibilità che va oltre la riqualificazione dell’immobile e la cura della zona ma possa essere, un giorno, occasione di sviluppo imprenditoriale e di lavoro per alcuni bagheresi”.

Cosa succederà adesso della struttura? “Non sappiamo se riusciremo a riqualificarlo ma questo è il nostro intento per giovare al territorio. Mi auguro che questa scelta privata ed imprenditoriale ed assolutamente legale e corretta, non venga ancora strumentalizzata per attaccare politicamente il sottoscritto.
Questo è un immobile che oggi è un ecomostro ma che esiste da decenni, era un vecchio ristorante dove tanti bagheresi hanno organizzato le loro cerimonie, si trova in un angolo naturalistico delizioso che merita di essere riqualificato, ovviamente con il permesso di tutti gli enti preposti. Io credo nel nostro territorio e penso che il turismo sia una risorsa importante per il futuro di Bagheria”.

E il sindaco bagherese si spinge fino a ipotizzare che gli accostamenti siano stati fatti ad arte per danneggiare la sua immagine:“Il parallelismo che si vuole, per forza, costruire ad hoc, tra le azioni dell’amministrazione per l’abbattimento delle case abusive sulla costa e il mio investimento privato su un rudere non abbattibile, mi spiace per i miei oppositori, ma non regge. Non regge neanche per la tempistica: guarda caso esce fuori quando si parla dell’abbattimento dei case abusive, una delle quali appartiene anche ad un boss mafioso, immobile che il 7 novembre acquisiremo e subito dopo demoliremo. Non faremo passi indietro su questo”.

Infine Cinque spiega a BlogSicilia qual è l’origine di tutto questo secondo lui “Siamo in campagna elettorale e comprendo come funzionano certi giochetti ma io non mi lascio intimidire, io non ho timore di affrontare il percorso delle demolizioni ed il fumus che si vuole creare con la questione dell’immobile sul quale ho una partecipazione privata non mi farà demordere dagli intenti che ci siamo dati”.

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