“La Sicilia è una delle quindici Regioni in cui viene superato il cinque per cento di consumo di suolo relativo all’anno 2017. Nella nostra isola infatti la percentuale del suolo ‘artificializzato’ si attesta al 7,20 per cento, crescendo ancora rispetto al 2016 mentre sono ben 130 mila gli edifici a uso abitativo vuoti o inutilizzati. Occorre mettere definitivamente stop al consumo del suolo, dotando la Regione Siciliana di una chiara e costruttiva normativa a tutela dei suoli ancora liberi, compresi quelli all’interno dell’area urbanizzata, utile a risolvere anche i problemi dell’enorme patrimonio edilizio inutilizzato e in stato di abbandono”. Lo prevede un disegno di legge della deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che, partendo da un’analisi del consumo di suolo in Sicilia, dallo stato di abbandono dei centri storici e dalla speculazione edilizia delle periferie, ha depositato una proposta di legge che stabilisce le regole per tutelare e salvaguardare le aree non edificate.
“I costi per la cittadinanza dell’espansione indiscriminata delle periferie, sono altissimi. I cittadini infatti pagano tributi locali altissimi perché per le amministrazioni, è molto oneroso gestire periferie in espansione per via della estensione stradale, dell’illuminazione, delle opere di scerbatura e delle innumerevoli manutenzioni. Il tutto – spiega ancora Campo – mentre i centri storici si svuotano progressivamente. Ad esempio il 42% del centro storico di Ragusa è vuoto, mentre a Caltanissetta un edificio su cinque è vuoto e ad Agrigento e a Trapani è vuoto un edificio su dieci”.
La legge della deputata Campo, si sviluppa in 10 articoli, il primo dei quali punta ad “arrestare” e non semplicemente “limitare” o “contenere” il consumo di suolo. “Negli ultimi 30 anni – spiega Campo – la politica isolana, ha avuto responsabilità pesantissime sull’edificazione selvaggia. Basti pensare alle diatribe dei vari consigli comunali sul cambio di destinazione d’uso di terreni per farli diventare edificabili e potervi così fare speculazione edilizia, il tutto a completo discapito dei centri storici che sono andati progressivamente svuotandosi. L’idea del DDL è semplicissima e favorisce anche il lavoro delle maestranze dell’edilizia che potrebbero massicciamente lavorare – conclude la deputata – alle innumerevoli opere di recupero degli immobili già esistenti”. Il disegno di legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della Regione.
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