A un anno tra i laureati di secondo livello del 2017 dell’Università di Palermo, intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 57,5%, 60,6% tra i magistrali biennali e 53,3% tra i magistrali a ciclo unico. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 24,9%, 26,4% tra i magistrali biennali e 22,5% tra i magistrali a ciclo unico. Sono alcuni dati del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea che ha presentato questa mattina il XXI Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale al Convegno “Università e mondo del lavoro”. Le Indagini hanno coinvolto 75 università ad oggi aderenti al Consorzio.
Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 280 mila laureati nel 2018: in particolare, 160 mila laureati di primo livello, 82 mila dei percorsi magistrali biennali e 37 mila a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato oltre 630 mila laureati di primo e secondo livello nel 2017, 2015 e 2013 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
I laureati nel 2018 dell’Università di Palermo coinvolti nel XXI Rapporto sul Profilo dei laureati sono 7.119. Si tratta di 3.758 di primo livello, 1.829 magistrali biennali e 1.459 a ciclo unico; i restanti sono laureati del corso pre-riforma in Scienze della Formazione primaria o in altri corsi pre-riforma.
A Palermo l’età media alla laurea è 26,3 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,9 anni per i laureati di primo livello e di 28,1 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 45,3% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 41,0% tra i triennali e il 64,7% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 105,6 su 110: 102,4 per i laureati di primo livello e 110,2 per i magistrali biennali. Si ricorda che per il calcolo delle medie il voto di 110 e lode è stato posto uguale a 113.
Secondo i dati del Consorzio Almalaurea l’85,1% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’80,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 64,5% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’87,4% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 66,1% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,9% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
“Anche quest’anno il Rapporto sul Profilo dei Laureati, redatto da AlmaLaurea e giunto alla sua XXI edizione, fornisce una impressionante quantità di dati di grande qualità sui quali ragionare per definire le più opportune strategie di governo dell’Università – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, prof. Fabrizio Micari – AlmaLaurea ha infatti intervistato più di 7000 laureati della nostra Università, tra triennali e magistrali: questi ragazzi e queste ragazze, giunti al termine del loro percorso di studi, possono giudicare serenamente la loro esperienza e la loro opinione è per noi fondamentale nell’auspicato percorso di miglioramento continuo della qualità”.
“Ebbene – dichiara – non posso che essere orgoglioso del fatto che l’87,4% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto della sua esperienza universitaria; era l’86% lo scorso anno, l’85% nel 2017). Il 73% si iscriverebbe di nuovo ad UniPa (il 66% confermerebbe anche il Corso di studi); anche qui il dato è in crescita rispetto al 2018 (68%) ed al 2017 (65%). Particolarmente rilevante è il livello di soddisfazione per il rapporto con il corpo docente (85%) e l’adeguatezza del carico di studio (quasi l’81%). Si tratta di dati davvero confortanti, che dimostrano la qualità del lavoro svolto e dell’impegno dei docenti, e che confermano lo stato di ottima salute dell’Ateneo che ha chiuso per il quarto anno di fila il bilancio in attivo, pur mantenendo costante la tassazione studentesca con un livello medio della tassazione tra i più bassi in Italia e che ha appena avviato un imponente quadro di nuove assunzioni e di upgrade del personale docente.”
“Naturalmente – sottolinea il Rettore – i dati di AlmaLaurea contengono ulteriori spunti che stimolano ad un rafforzamento dell’impegno su alcuni settori, sul solco di quanto già avviato. E’ il caso delle infrastrutture ed in particolare delle Aule, giudicate adeguate dal 65% dei Laureati. L’Ateneo ha un impressionante patrimonio immobiliare, di circa 700.000 mq, e negli ultimi anni ha sensibilmente incrementato gli investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria (non a caso il livello di soddisfazione era fermo al 58% nel 2018 ed addirittura al 51% nel 2017). Occorre fare ancora di più, anche in considerazione della rilevante crescita dei nuovi immatricolati alle triennali e delle magistrali.”
“Altro aspetto – continua – riguarda il tasso di occupazione dei Laureati Magistrali a uno e cinque anni dalla Laurea, rispettivamente pari al 58% ed al 78%. Il dato non può essere considerato pienamente soddisfacente: se infatti il dato sull’occupazione dei nostri laureati di alcune aree, in particolare quelle di Ingegneria e Medicina, è molto positivo e in linea con quello nazionale, in altre aree il gap rispetto alle medie nazionali è ancora rilevante. In generale i risultati sono molto buoni lì dove assistiamo ad una rilevante migrazione dei Laureati, meno nelle altre aree. Ciò dimostra quanto sia fondamentale che la politica, le altre istituzioni, il mondo delle imprese e le associazioni di categoria si adoperino affinché la formazione universitaria e il suo valore non vengano dispersi, ma correttamente incanalati. Ai nostri giovani laureati – conclude il Rettore Micari – si devono garantire possibilità di lavoro e lavoro qualificato nel nostro territorio, anche per favorire il suo miglioramento sociale ed economico. Dal nostro punto di vista continueremo l’azione di rafforzamento dei servizi di placement, già ampiamente avviati, con le giornate di recruiting ed i career day.”
Commenta con Facebook